
Lo schianto dell’aereo a Milano di ieri ha cancellato due famiglie, non c’è stato infatti nulla da fare per gli otto occupanti. Il velivolo – lo ricordiamo – è precipitato sopra un edificio in ristrutturazione in via Marignano, a San Donato Milanese. Una zona che, ha confermato una testimone ai microfoni di Ticinonews, è una zona di grande passaggio.
La richiesta d’aiuto e poi il silenzio
L’aereo da turismo è un Pilatus pc 12 di produzione Svizzera e nel mondo dell’aviazione è considerato un velivolo affidabile adatto ad una clientela business. Era atterrato il 30 settembre a Milano Linate alle 13.48 proveniente Bucarest. È rimasto parcheggiato al terminal degli aerei privati fino a ieri quando era previsto il volo per Olbia. L’aereo è decollato alle 13:04, ha sorvolato Segrate e l’idroscalo seguendo la rotta corretta poi la virata animala. Ai controllori di volo il pilota ha detto di aver fatto una piccola deviazione, forse - come riportano alcuni media - a causa del maltempo. Il pilota avrebbe chiesto un vettore ossia uno spazio per rientrare verso l’aeroporto e dopo pochi secondi l’aereo è sparito dai radar perché stava scendendo in picchiata. Testimoni oculari dicono di aver visto il motore dell’aereo in fiamme.
“Un forte boato e una grossa fiamma”
Angela era di turno al bar ieri mattina e ha assistito in diretta allo schianto avvenuto dove c’è l’ultima fermata della linea gialla della metropolitana. “Il mio collega ha visto una fiamma gigante, poi abbiamo sentito un forte boato e la prima cosa che abbiamo pensato è che fosse un attentato”, ha spiegato ai microfoni di Ticinonews. “Se fosse stato in settimana sarebbe stata una strage, è un cantiere che devono terminare e in settimana ci lavorano gli operai”, ha concluso.
Il servizio
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