Il caso
Un giornalista invitato per errore in una chat sui piani di guerra USA
© Shutterstock
© Shutterstock
Il direttore dell'Atlantic Jeffrey Goldberg è stato incluso in una chat operativa dell'amministrazione Trump in cui si discuteva dell'attacco contro gli Houthi: ha capito che era vera quando hanno iniziato a cadere le bombe.

Monta lo scandalo della chat del Pentagono sui piani anti Houthi, che è stata condivisa per errore con un giornalista, il direttore di The Atlantic Jeffrey Goldberg, senza che nessuno dei partecipanti si sia accordo della sua presenza o abbia chiesto chi fosse. Nel dettaglio nella chat si parlava dei piani d’attacco del 15 marzo contro le postazioni degli Houthi in Yemen. "Non ho mai visto una violazione come questa", scrive Goldberg in un articolo sul sito della rivista che dirige, nel quale ha rivelato il grave incidente, elencando una serie di possibili violazioni.

Le violazioni

La prima, che riguarda tutti i membri della chat, è per aver usato una app come Signal per informazioni così sensibili, che normalmente vengono trattate su sistemi criptati governativi che vietano l'uso dei cellulari: in caso di perdita o furto dei telefonini, infatti, il rischio per la sicurezza nazionale è altissimo. La seconda è per aver incluso un giornalista rivelando informazioni classificate, anche se il leak non è intenzionale. Secondo i legali sentiti da Goldberg, potrebbero essere quindi state violate diverse previsioni dell'Espionage Act. La terza si basa sul fatto che i partecipanti, abbandonando poi il gruppo, potrebbero aver violato la legge sui documenti federali: i messaggi dei funzionari pubblici sono considerati atti da conservare.

18 utenti in chat

Goldberg racconta di essere stato aggiunto in una chat di gruppo, chiamata "Houthi PC small group", da un utente identificato come Michael Waltz l'11 marzo, alcuni giorni prima dell'attacco. Nella chat ci sono in totale 18 utenti e oltre a JD Vance e Waltz, figurano utenti le cui iniziali combaciano con quelle del segretario di Stato, Marco Antonio Rubio, della direttrice dell’intelligence, Tulsi Gabbard, e uno con l’identità di Pete Hegseth, il segretario alla Difesa. Goldberg inizialmente pensava di essere finito in una campagna di disinformazione. Ma con il passare dei giorni i dubbi si rafforzano e sabato, all'ora stabilita per l'attacco, Goldberg verifica che questo fosse effettivamente in corso. Il giornalista decide quindi di abbandonare il gruppo e contattare il governo. Due ore dopo Brian Hughes, portavoce del Consiglio di sicurezza, gli conferma che il gruppo era autentico. "Sembra essere una catena di messaggi autentica e stiamo esaminando come un numero accidentale sia stato aggiunto in chat".

Quella volta che Trump accusò Hillary Clinton

"Vale la pena notare - scrive Goldberg - che Donald Trump, in quanto candidato alla presidenza (e in quanto presidente), ha ripetutamente e a gran voce chiesto che Hillary Clinton venisse imprigionata per aver utilizzato un server di posta elettronica privato per affari ufficiali quando era segretario di stato. Vale anche la pena notare che Trump è stato incriminato nel 2023 per cattiva gestione di documenti classificati, ma le accuse sono state ritirate dopo la sua elezione".

'Il futuro di Waltz in dubbio dopo incidente chat Pentagono'

Il consigliere per la Sicurezza nazionale americano Mike Waltz potrebbe ora dover essere costretto a dimettersi dopo l'imbarazzante incidente. Lo scrive Politico, citando un alto funzionario dell'amministrazione Usa, secondo cui i membri dello staff si sono scambiati messaggi su cosa fare con Waltz. Non c'è ancora nulla di ufficiale e i funzionari della Casa Bianca hanno avvertito che sarà il presidente Donald Trump a prendere la decisione finale nei prossimi due giorni, valutando gli effetti mediatici dell'episodio.

'Trump ha massima fiducia in team sicurezza nazionale'

Per ora il presidente USA continua ad avere la "massima fiducia" nel consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz, ha affermato la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt. "Come ha affermato il presidente Trump, gli attacchi contro gli Houthi sono stati altamente efficaci e di successo. Il presidente continua ad avere la massima fiducia nel suo team per la sicurezza nazionale, incluso il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz”.