Molto impegnato durante il suo pontificato nella lotta contro gli abusi sessuali in ambito ecclesiale, aveva ricevuto in Vaticano anche vittime svizzere. Sulla neutralità elvetica: non è un modo per lavarsi le mani, ma una vocazione di equilibrio e di unità.
Spentosi oggi a 88 anni, papa Francesco è venuto in visita nella Confederazione una sola volta. Molto impegnato durante il suo pontificato nella lotta contro gli abusi sessuali in ambito ecclesiale, aveva ricevuto in Vaticano anche vittime svizzere.
Bergoglio è venuto in visita in Svizzera una sola volta in qualità di pontefice: il 21 giugno 2018 aveva partecipato a Ginevra all'incontro per il 70esimo anniversario del Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC) e aveva celebrato una messa al centro espositivo e congressuale Palexpo. Nell'ambito delle celebrazioni, aveva sottolineato l'importanza del dialogo con gli altri cristiani e chiesto alla Svizzera di lavorare per disinnescare i conflitti.
Nel marzo del 2019 aveva ascoltato in udienza privata i racconti traumatici di due di loro e chiesto perdono a nome della Chiesa. Un uomo allora 63enne gli aveva raccontato di essere stato ripetutamente picchiato e di aver subito abusi sessuali dai monaci di un riformatorio di Bad Knutwil (LU) quando era adolescente. L'altra vittima era una 74enne che aveva subito violenze e abusi sessuali in un istituto per bambini gestito da suore cattoliche a Malters (LU).
Il papa aveva inoltre sostenuto il friburghese Daniel Pittet, violentato per anni da un sacerdote quando era bambino e aveva redatto una prefazione al suo libro-testimonianza "La perdono, Padre" ("Mon père, je vous pardonne"), pubblicato nel 2017, considerandolo "una testimonianza necessaria, preziosa e coraggiosa".
Francesco si era anche interessato al seguito dello studio condotto sul tema dall'università di Zurigo, che aveva contato 1002 casi di abusi sessuali in Svizzera in ambito ecclesiale dalla metà del XX secolo. Nel novembre del 2023 aveva ricevuto Mons. Felix Gmür, presidente della Conferenza episcopale svizzera, e Joseph Bonnemain, vescovo di Coira, che gli avevano presentato le misure ideate in tale ambito dalla Chiesa svizzera.
Durante il suo pontificato, Francesco si è pure espresso varie volte sull'importanza del ruolo della Guardia svizzera pontificia. Ancora di recente, in gennaio, il pontefice aveva dichiarato: "nei tempi il lavoro della Guardia Svizzera è molto cambiato, ma la sua finalità rimane sempre quella di proteggere il Papa. Questo comporta (...) anche di contribuire all'accoglienza dei tanti pellegrini provenienti da tutte le parti del mondo che desiderano incontrarlo. E per questo ci vuole pazienza e le Guardie ne hanno. E questa è una cosa molto bella di loro: ripetono le cose, spiegano, una pazienza molto grande, complimenti", aveva commentato Bergoglio.
Il papa aveva parlato della Svizzera anche in un'intervista trasmessa il 12 marzo 2023 dalla RSI in occasione del decimo anniversario del suo pontificato, affermando che la Confederazione "ha una personalità propria, ma è universale". Nel pieno del conflitto in Ucraina, aveva detto della Svizzera che quando, nelle guerre, adotta una posizione neutrale, non è un modo per lavarsene le mani, ma una vocazione di equilibrio e di unità.
Il 13 ottobre del 2019 papa Francesco aveva canonizzato in Vaticano la friburghese Marguerite Bays, una sarta di Siviriez (FR). Vissuta nella Svizzera del XIX secolo, è stata la prima laica elvetica ad essere canonizzata. Alla fine di gennaio (2025), aveva anche autorizzato la pubblicazione di un decreto che apre la strada alla beatificazione del vallesano François-Benjamin May. Il testo riconosce il martirio del nativo di Bagnes (VS) a Barcellona nel 1909.
Durante il suo pontificato, Francesco ha pure nominato un nuovo cardinale svizzero: il 30 settembre 2023 ha designato l'ex arcivescovo ed ex nunzio apostolico (ambasciatore in Vaticano) vallesano Emil Paul Tscherrig. Sono pertanto due gli attuali cardinali elvetici, Tscherrig e l'ex vescovo di Basilea Kurt Koch, che potranno eleggere il prossimo papa durante il conclave. Questo diritto è concesso solo ai cardinali di età inferiore agli 80 anni.