
Tutto è nato da una domanda semplice e legittima: come possiamo fidarci dei nostri occhi? In questi anni siamo sempre più confrontati con dubbi e incertezze. Aumenta il flusso delle notizie e si molti-plicano le fonti informative. Ma, tra bufale e smentite, aumenta anche lo sconcerto e lo smarrimen-to. Negli anni, il fake è diventato parte integrante della nostra società e questa insicurezza fa ormai parte dell’esperienza quotidiana di ognuno di noi. Anche - e soprattutto - nel mondo delle immagini. E allora, a cosa vogliamo affidare la nostra percezione?
Per la sua dodicesima edizione, la Biennale ha scelto di affrontare il tema FAKE - visual distortion. Un tema d’attualità, dai risvolti etici e politici cruciali determinanti, in un’epoca in cui gli strumenti di manipolazione in questo campo hanno raggiunto un’efficacia tale da rimettere in discussione il rapporto dell’uomo con la realtà circostante. L’evoluzione tecnica è incessante e, nel contempo, af-fascinante. Manipolazione, distorsione, contraffazione... quante e quali azioni si possono compiere per trasformare un’immagine? Come e perché alterarne il senso e il messaggio? Qual’è il punto di partenza ? E il punto d’arrivo?
Analizzando quest’invasione, la dodicesima edizione della Biennale propone al pubblico una pro-fonda immersione nelle illusioni dell’immagine contemporanea. E lo fa, come sempre, invitando a Chiasso fotografi e artisti, svizzeri e internazionali, noti e meno noti, che con il loro lavoro ci ac-compagnano lungo percorsi inattesi, stimolanti e sorprendenti.
Con il titolo “Photography: Crisis of history”, l’artista e fotografo spagnolo Joan Fontcuberta presenta allo Spazio Officina una storia alternativa della fotografia. L’esposizione, comprende tre di-versi progetti, con immagini anche inedite: The Artist and the Photograph (1994-98), schizzi foto-grafici di Picasso, Miró e Dalí che suggeriscono nuove intuizioni sia sulla pittura che sulla natura del-la fotografia; Trepat (2014), che presenta un progetto del 1930 volto a documentare il lavoro in una fabbrica spagnola a cui parteciparono fotografi del calibro di Walker Evans, Albert Renger-Patzsch, Moholy-Nagy, Charles Sheeler e Man Ray; chiude l’esposizione X. B., dedicata a Ximo Berenguer (1947-1978), un giovane fotografo di strada poco conosciuto al momento della sua prematura scom-parsa, che fu capace di catturare l’energia e la grinta della Spagna degli anni ‘70, alla fine dell’era franchista.
Con “Take Pictures. Time to shine!” il Centro CFP Bauer di Milano ha raccolto la sfida di in-terpretare il tema FAKE, e presenta all’aperto, a Chiasso in Piazza dei colori (via Soave), una sele-zione di alcuni dei progetti finali dei due bienni di fotografia, Forme e Metodi e Linguaggi della co-municazione visiva. I lavori degli studenti del Centro CFP Bauer presentano una fotografia che rac-conta “l’ora”, da intendersi nell’accezione più ampia del termine. I progetti finali sono stati scelti in modo da facilitare il dialogo istintivo fra le immagini e rinunciando a criteri evidentemente narrativi o documentari. Si favorisce così un approccio contemporaneo ed esplorativo al fotografico, in cui le dimensioni e il carattere eterogeneo tengono conto anche della qualità spaziale e pubblica del luogo dell’esposizione.
Il Centro Bauer rappresenta la naturale evoluzione delle attività formative della Scuola del Libro av-viate all’interno della Società Umanitaria ai primi del ‘900. I corsi di Fotografia, primi in Italia, ven-gono attivati nel 1954. Da oltre mezzo secolo i corsi formano professionisti della fotografia e della comunicazione visiva con il contributo di importanti autori, professionisti e critici.
Un interessante cartellone di incontri, proiezioni e visite guidate accompagnerà il programma espo-sitivo. Segnaliamo innanzitutto, in collaborazione con il Cineclub del Mendrisiotto, la rassegna cura-ta da Francesco Rizzi e dal Cineclub. Con il titolo “Cinema e falsità”, sono in cartellone incontri con personaggi come Ivan Cenzi e Ferdinando Buscema e film di Peter Jackson, Orson Welles, Ban-sky, Werner Herzog e altri ancora.
Oltre alle mostre ufficiali allo Spazio Officina, al Rifugio pubblico e in Piazza dei colori, anche per questa edizione la Biennale può contare sulla partecipazione di molte istituzioni di prestigio - come il m.a.x museo, il Cinema Teatro, Casa Pessina di Ligornetto - e molte gallerie, svizzere e italiane: la Fondazione Rolla, la Galleria Cons/Arc, la scuola ECAL di Losanna. Queste esposizioni saranno in parte allestite negli spazi sfitti del progetto Frequenze, alla Sala Diego Chiesa, al deposito FFS di via Rampa, oppure nelle sedi delle rispettive istituzioni.
Per maggiori informazioni su orari, luoghi di incontro, proiezioni e visite guidate: www.biennaleimmagine.ch
La Biennale dell’immagine di Chiasso è realizzata grazie alla collaborazione con la Città di Chiasso, il Centro Culturale Chiasso, il Canton Ticino, DECS – Swisslos. È inoltre supportata dalle Fondazioni Artphilein e Pro Litteris - Fondo culturale e dai partner privati Banca Stato e La Mobiliare – Ju-biläumStiftung, assieme a tanti altri amici e sostenitori.
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