Hockey
Ciao Geo, gli omaggi dal mondo che tanto amava
©Carlo Reguzzi
©Carlo Reguzzi
Redazione
4 ore fa
Tutto il mondo dell'hockey si stringe attorno alla famiglia Mantegazza. All'età di 95 anni ci saluta il Presidentissimo del Lugano.

Dopo la triste notizia di questa mattina che ha colpito il mondo sportivo ticinese, molti esponenti del mondo dell’hockey vicini a Geo Mantegazza si sono espressi in cordoglio per ricordare un Presidente che ha fatto la storia dello sport del nostro cantone.

Alfio Molina

Da noi contattato, l’ex portiere storico dell’HC Lugano Alfio Molina ha ricordato Geo Mantegazza come grande conoscitore di sport che ha rivoluzionato la gestione dei club in Svizzera: “È diventato un presidente dopo essere stato uno sportivo e come sportivo era in chiaro su quello che voleva fare con il club”, sostiene Molina. “Lui è venuto dal mondo del calcio, ma ha sempre amato tutto lo sport. Per questo motivo si è buttato nel mondo dell’hockey con delle idee chiare sulla preparazione della struttura del Lugano. Da buon conoscitore sportivo ha saputo tramutare lo sport dilettantistico in uno da professionisti. Ha cambiato l’Hockey Club Lugano per poi essere seguito a ruota dalle altre società. Ora, in Svizzera, questo tipo di gestione è normalità”, conclude l’ex portiere bianconero.

Sandro Bertaggia

John Slettvoll

Parole di cordoglio arrivano anche dalla Svezia dove l’ex allenatore del Lugano John Slettvoll ricorda il Presidente dei suoi 4 titoli sulla panchina bianconera: “Questo è un giorno molto triste. Io e la mia famiglia ci uniamo e portiamo le nostre condoglianze alla famiglia Mantegazza. Lui ha creduto in me e mi ha dato la possibilità di allenare il Lugano. Sono veramente grato, perché il quel periodo ho iniziato una grande avventura. Eravamo due generazioni, due lingue e due culture differenti, ma eravamo uniti nel creare un successo condiviso”, sostiene Slettvoll. “Volevamo essere i migliori e vincere e lo abbiamo fatto. Abbiamo avuto un rapporto professionale per 9 anni, poi abbiamo costruito una forte amicizia. Geo era molto generoso, semplice e aveva sempre uno spirito positivo. Dopo la mia famiglia, Geo Mantegazza è stata la persona più importante della mia vita. Ha scommesso su di me: lui era l’ingegnere civile e io il suo ingegnere dell’hockey su ghiaccio. Il mio più grande ricordo di lui? Raggiungere in 3 anni il traguardo di portare una squadra ticinese a vincere il titolo. Tornando da Davos -la domenica- l’ho incontrato con la sua maglia verde una bottiglia di champagne: una gioia impossibile da descrivere”, conclude l’ex allenatore dei bianconeri.  

Filippo Lombardi

Dello stesso sconforto anche il presidente dell’Ambrì-Piotta Filippo Lombardi: “Prima di tutto il mio pensiero commosso va alla famiglia Mantegazza. Geo è stato compagno di studi al Politecnico di Zurigo con mio padre; quindi, l’ho conosciuto già prima che mi occupassi di hockey. Geo Mantegazza è una figura importante per la città di Lugano e altrettanto importante per l’hockey svizzero”, sostiene il presidente dell’Ambrì-Piotta. “Possiamo ricondurre a lui l’idea di professionalizzare l’hockey in questo paese. Se oggi la Nazionale svizzera e i giocatori svizzeri raggiungono un livello d’eccellenza tale, lo dobbiamo al lungo processo che deve le sue origini a Geo Mantegazza. È raro trovare una figura in un paese una persona che è riuscita a influenzare così tanto lo sviluppo dell’hockey per i decenni successivi. Qualcuno si è anche bruciato le dita per cercare di imitare il Grande Lugano negli anni d’oro. È evidente che lo sport è fatto anche di competizione, emulazione e rivalità, ma lo sport non è la guerra. Il rispetto per ogni avversario è garantito e con Geo Mantegazza c’era questo rapporto. Il derby? Sarà speciale nel rispetto della figura di colui che è scomparso. Abbiamo previsto un minuto di silenzio e spero che entrambe le tifoserie lo rispettino”, conclude il presidente dell’Ambrì Filippo Lombardi.

Jörg Eberle

Fabio Gaggini

Tra gli altri anche Fabio Gaggini ha voluto ricordare Geo Mantegazza a suo modo: “Era una persona splendida, non lo dico solo io. Era una persona che sapeva condividere le gioie, sapeva trascinare. Geo Mantegazza è stato un mio grande presidente quando in gioventù ero un giocatore, poi abbiamo avuto anni molto intensi in dirigenza. Parallelamente -forse la cosa più importante- è nata una grandissima amicizia arricchente durata più di 40 anni. Sono quei personaggi che hanno segnato un’epoca. La responsabilità di non tradire gli insegnamenti che ci ha trasmesso è un messaggio positivo in questo momento triste. Lui ha lasciato degli insegnamenti e dei valori: chi ha raccolto il testimone ha l’impegno morale di portarli avanti”, chiude Gaggini.

Silvano Corti

“Geo è stato tutto per il Lugano”, ricorda l’ex giocatore del Lugano Silvano Corti, nonché il primo capitano di Geo Mantegazza. “Quando ha preso in mano la squadra ha realizzato i sogni di tifosi e giocatori. Era cortese, gentile, era vicino al pubblico, insomma, era uno di noi. Lo sanno tutto che Geo era una persona scaramantica. Un anno lottavamo per il titolo e mia moglie ha organizzato con le altre compagne una cena a casa nostra e il Lugano ha vinto. Durante il resto della serie Geo indossando il tipico maglione verde partecipava alle cene con le stesse persone e lo stesso menù. Alla fine, abbiamo vinto il campionato. L’ho visto poche volte negli spogliatoi, ma posso dire che era un punto di riferimento”, ricorda Corti. E ancora: “Gli anni ’80 sono stati il top. C’è stata un’evoluzione dal puro dilettantismo al professionismo e questo grazie a Geo".

I tag di questo articolo