Dopo il periodo in infermeria Daniel Carr torna a solcare il ghiaccio della Cornèr Arena in vista di un rientro in campionato. Il giocatore bianconero attacca il Dottor Marano, che per il momento ha preferito non replicare ai nostri microfoni. Ecco le prime parole dell'attaccante canadese.
"Sto bene, la strada è stata lunga. È iniziato tutto l’anno scorso con il COVID, poi, la situazione continuava a peggiorare. Durante l’estate non ho giocato a hockey e quindi non mi ero accorto dei problemi che avevo. Erano nascosti. Poi sono tornato qui ed è andato tutto di male in peggio. Sono andato a Zurigo (al Swiss Concussion Center, ndr) e mi hanno detto che dovevo lavorare tanto. È stato frustrante. Adesso mi sento meglio e sento che le cose stanno andando per il verso giusto."
È stato un problema di long COVID e non ha niente a che vedere con una commozione cerebrale?
"L’anno scorso ho fatto una commozione cerebrale e ho preso il COVID, che è diventato long COVID. Penso che il Dottor Marano abbia fatto un grande errore. Mi ha detto che avevo problemi di ansia e questo errore ha portato a questa situazione".
Sei sempre stato fiducioso di tornare a giocare e continuare la tua carriera o avevi paura che ci sarebbero state ripercussioni?
"Ero convinto di poter tornare a giocare, soprattutto quando sono stato aiutato dalla Dottoressa di Zurigo. Mi ha detto che se fossi andato a farmi visitare da loro sei mesi prima, sarebbe stato tutto più facile. È stata dura perché, come per ogni persona che ha un problema di salute sul lungo termine, non devi guarirla solo per farle fare il suo lavoro, ma anche per poter fare tutto il resto. È stata lunga ma da quando ho potuto ricevere queste cure, Marco Cattaneo e Lassi Laakso mi hanno aiutato molto. Il long COVID è nuovo per tutti ed è difficile avere un buon processo di guarigione quando non si sa ancora esattamente che cosa può funzionare. Questa situazione era frustrante per il Lugano, era frustrante per me, frustrante per tutti".
Anche se non potevi giocare in questi mesi, per la tua fiducia e per la tua forma era importante perlomeno poterti allenarti?
"Non potevo giocare ma mi allenavo sul ghiaccio con i miei compagni. Però anche questo faceva parte del percorso e mi permetteva di capire che cosa funzionasse bene e che cosa non funzionava. Qualche mese fa abbiamo deciso di fare di meno per sperare di migliorare più in fretta, e questo mi ha aiutato molto. Sia per me che per i dottori, era importante rimanere sul ghiaccio per mantenere gli stimoli e l’obiettivo di tornare a giocare".
E ora sei pronto per tornare a giocare domani?
"Non giocherò domani, non posso giocare domani".
Tieni in considerazione l'ipotesi di giocare in futuro con i Ticino Rockets per poter ritrovare la forma giusta o pensi solo al Lugano?
"Non penso ai Ticino Rockets, voglio giocare qui a Lugano. Ma deciderà il club, non scelgo io. Ma vi do un esempio: guardate Kris Bennett; è il miglior marcatore della squadra. Ha una bella attitudine ed è per questo che è uno degli unici nel nostro spogliatoio a fare un grande inizio di stagione. È un mio amico, quindi ve lo posso dire: lo hanno chiamato per giocare nei Ticino Rockets. Ovviamente, non piace a nessuno essere mandato nella “seconda squadra” ma ha voluto imparare qualcosa. È andato lì e ha giocato bene, la sera dopo era sul ghiaccio a Lugano e ha segnato. È l’attitudine che fa la differenza. È chiaro che quando mi chiedete se andrò a giocare con i Rockets, la mia prima risposta è: “No, voglio giocare qui a Lugano!” ma posso anche imparare da Kris Bennett che ha avuto l’attitudine giusta quando lo hanno mandato ai Ticino Rockets. La risposta è lunga ma dipenderà dalla volontà della squadra. Se mi chiederanno di andare a giocare per loro, ci andrò con il sorriso. Gioco a hockey quindi… la vita è piuttosto bella!"
Prima o poi tornerai a giocare, forse domenica con il Berna. Riuscirai a tornare a giocare con la mente libera o avrai un po' di timore?
"Sì, la speranza è di ritornare contro il Berna. In ogni caso quando tornerò a giocare una partita avrò la testa libera perché bisogna viversi il momento. È vero, ho fatto una commozione l’anno scorso, ma posso anche uscire di casa e farmi investire da una macchina. Fa parte della vita, ma vivere il momento ti permette di godertelo di più".
Non è stato un inizio di stagione facile. Cosa ne pensi della squadra?
"Diversi giocatori hanno fatto fatica in questa prima parte di campionato, ma ci sono altri giocatori come Bennett che stanno facendo bene. Sono in molti ad essere frustrati dal loro rendimento e tutti sono frustrati dalla nostra posizione in classifica. Ma siamo migliori di quello che dice la classifica. È vero, nelle ultime partite non siamo sempre stati costanti sui 60 minuti ma quando giochiamo bene, siamo una delle squadre più forti di questo campionato. Dobbiamo continuare a lavorare e seguire l’esempio dei giocatori come Kris Bennett e dare il meglio. Quanti gol ha segnato? 9 gol? Sì penso…"
Era un periodo difficile per te. È stato ancora più frustrante vedere la propria squadra non girare per il verso giusto e non poterla aiutare?
"È difficile guardare le partite quando la squadra perde e non poter dare una mano. È difficile ed è per questo che sono felice di poter tornare a giocare, vedere come va e fare di tutto per aiutare il club per tornare sulla giusta via".