Il Lugano ha concluso la sua stagione ai quarti di finale di playoff nella serie contro il Friborgo. Dopo una regular season scoppiettante da parte dei burgundi (102 punti ottenuti), gli uomini di Gianinazzi sono riusciti a portare i dragoni a gara-7. Il rammarico per non essere riusciti nel colpaccio è tanto e a confermarlo è anche l’allenatore del Lugano Luca Gianinazzi: “La delusione è ancora troppo presente. Non sono ancora riuscito a superare il finale di stagione. Eravamo vicini ad accedere alle semifinali: perdere gara-7 fa sempre male”, spiega Gianinazzi. “Abbiamo perso il confronto a gara-7. Quando vai all’ultima sfida della serie contro il Friborgo, che ha fatto più di 100 punti in stagione, non si può pensare che l’hai persa da altre parti. Con l’andamento di gara-7 si poteva gestire meglio qualche episodio e portarla a casa. Eravamo superiori a loro sul piano del gioco e nella serie eravamo in crescita. La parte che mi è piaciuta di più in quelle partite è il coraggio portato sul ghiaccio. Abbiamo mostrare la migliore versione di noi stessi e il rammarico è gara-1 e in parte gara-2: in quelle circostanze non abbiamo mostrato il nostro miglior hockey”, sostiene Gianianzzi.
Una stagione con tante avversità
L’andamento della stagione è stato anche condizionato dagli infortuni, ma per il tecnico bianconero le avversità sono un qualcosa che ti fortifica e che ti permette di imparare: “Era difficile fare di più, abbiamo avuto tante avversità, tanti infortuni e anche un inizio di stagione non facile a livello di risultati. La cosa che mi è piaciuta è che abbiamo trovato delle risorse per risolvere queste avversità. Non c’è mai stato panico da parte della squadra, dello staff e del club. C’è sempre stata una serenità e una convinzione della direzione in cui si andava. Quando tutto va bene non impari così tanto, invece quando la vita (in questo caso lo sport) ti mette di fronte delle situazioni difficili si ha l’opportunità di imparare. Le avversità fanno parte di una stagione e ti permettono di diventare più forti. Ai playoff abbiamo margine per migliorarci ancora”, e ancora: “Il finale di stagione? La posta in palio, ovvero il sesto posto, è diventato un obiettivo più succulento per tutti. In quella situazione siamo usciti dal nostro ideale di gioco, forse per fragilità mentale, forse per la paura di sbagliare”, dice Luca Gianinazzi.
Cambio della guardia in porta
Il Lugano ha iniziato la stagione con Mikko Koskinen a difesa della gabbia occupando così uno slot per gli stranieri. Con il passare del tempo e complici anche le prestazioni del portiere straniero, Niklas Schlegel ha ottenuto la titolarità rispondendo bene sul ghiaccio: “L’impatto di Schlegel ai playoff? Ha parato molto bene. Le sue percentuali parlano per lui, ma non è solo lui”, spiega Gianinazzi. “Ai playoff abbiamo trovato il coraggio per giocare il nostro hockey: siamo nuovamente tornati vicino alla nostra identità. Koskinen? Avere un portiere straniero causa sempre dinamiche particolari, questa è la realtà. Malgrado le prestazioni, devi sempre bilanciare il tuo line-up, senza uno straniero di movimento. Sulle prestazioni di Mikko non ha nessun senso, ora come ora, analizzare come ha giocato. È chiaro che in alcuni momenti della stagione lui si sarebbe aspettato di più da lui stesso, però ha avuto altri momenti in cui ci ha aiutato molto”, sostiene il tecnico bianconero.
...su LaLeggia
Un altro punto di domanda sollevato a stagione in corso è ricaduto su Joey LaLeggia: da titolare nel pacchetto difensivo a certo sovrannumero nel finale di stagione. Luca Gianinazzi ne spiega i motivi: “La prima cosa che è successa è la grande quantità di infortuni. In poco tempo abbiamo perso Morini, Carr e Granlund. Abbiamo dovuto fare dei cambiamenti all’interno del line-up. Per parecchio tempo abbiamo giocato senza un difensore straniero, perché in attacco la coperta era così corta che abbiamo dovuto impiegare tutte le nostre forze straniere nel reparto offensivo. Addirittura lui stesso ha giocato diverse partite in attacco. Difensivamente, verso la fine della stagione, non ha avuto l’impatto che ci aspettavamo. A volte ci sono delle dinamiche che vanno in un certo modo. Non penso che Joey non sia un buono giocatore. Ha delle qualità offensive importanti, ma verso il termine della stagione non era la soluzione ideale per il nostro line-up. Tennyson, da quando è arrivato, ha preso un ruolo più difensivo, più roccioso e più forti in boxplay. Oggigiorno i difensori che hanno un impatto sono profili two-ways. Da LaLeggia l’aspettativa era quella e non era un acquisto esclusivamente difensivo, come un Tennyson o un Klok (che nonostante tutto fa 30 punti in KHL ogni stagione). Eravamo convinti che potesse rivestire questo ruolo. Se è stato un errore ne parleremo all’interno dello staff”, recita l’allenatore del Lugano.
L'addio di Granlund e le sirene NHL per Thürkauf
La partenza di Granlund è ormai cosa certa e starà allo staff bianconero sostituirlo. L’attaccante finlandese, però, non è l’unico giocatore con le valigie in mano. Non è un segreto che il capitano Calvin Thürkauf potrebbe traferirsi negli Stati Uniti. Le sirene NHL fanno giustamente gola al top scorer del Lugano e per Luca Gianinazzi sarebbe un orgoglio aver spinto un giocatore a raggiungere livelli simili: “Granlund è un giocatore formidabile ed è una persona altrettanto formidabile. A volte bisogna prendere delle decisioni e la decisione è quella che non andremo avanti con lui. Sicuramente mi spiace non continuare ad allenarlo, ma mi fa piacere averlo allenato e aver potuto imparare da lui”, ricorda l’allenatore del Lugano. “La partenza di Thürkauf non la temo. La lega in Svizzera non è la migliore al mondo. Il mio ruolo qui è di spingere i ragazzi a migliorare e ad andare avanti. Se vanno in NHL è chiaro che li perdi e non sono contento se dovesse andare via, ma se lui può raggiungere il suo sogno e io come allenatore posso aiutare a farlo, è la cosa migliore che possa succedere. Per noi è un giocatore fondamentale ed è il nostro capitano, però ognuno ha dei sogni e come squadra dobbiamo aiutarci a centrare questi obiettivi. Ci mancherà come giocatore e come persona, se dovesse andare via. L’anno scorso non ha avuto una stagione eccezionale: era un giocatore importante all’interno della nostra rosa, ma non se ne parlava come adesso”, sostiene Gianinazzi.
Il folletto finlandese che non punge
Se Thürkauf ha avuto una stagione su livelli mai visti, Arttu Ruotsalainen ha fatto più fatica. Luca Gianinazzi, oltre a spiegarne i motivi, si assume delle responsabilità: “Ruotsalainen ha avuto il suo incontro con Hnat Domenichelli e con me. Abbiamo discusso faccia a faccia con il giocatore. La settimana prossima parlerò con Hnat per analizzare la situazione e la sua stagione. Penso sia un giocatore formidabile. Se un atleta fa una brutta stagione non significa che non è più un buon giocatore. I numeri che ha mostrato nel nostro campionato, in AHL e in Finlandia sono numeri di un giocatore forte. La sua attitudine e la sua professionalità sono da invidiare. Non si è mai lamentato una volta quando è rimasto fuori: si è dimostrato un professionista e una persona fantastica, anche nei momenti difficili. Questo per me è un grande valore”, sostiene Gianinazzi. “Sicuramente io ho delle responsabilità sul fatto che non ha reso come avremmo voluto. Il suo inizio di stagione non è stato facile. È stato incredibile nel preseason, poi si è ammalato a Lenzerheide quando eravamo via con la squadra per tre settimane. Queste sono cose che non tanti sanno. Ha avuto un’infezione per diverso tempo e non è mai riuscito a tornare in forma per l’inizio della stagione. Nei momenti difficili è rimasto un attimo indietro e poi si è ritrovato a giocare in linea con due giovani. Probabilmente non era abituato e non aveva più quel ruolo dominante offensivamente. Si è messo a disposizione della squadra. Ho delle responsabilità su come è stato utilizzato e con chi ha giocato: sono tutte analisi che dovremo fare. Se lui è fiducioso che qui a Lugano può giocare il suo miglior hockey, i presupposti per far sì che lui resti in bianconero ci sono. Se questa analisi porta ad un risultato diverso allora le strade si separeranno”.
Lugano è ancora una società ambiziosa?
Infine, Luca Gianinazzi parla del Lugano e delle ambizioni che può avere la squadra bianconera: “Lugano deve rimanere una piazza ambiziosa. Il nostro passato, la nostra tradizione e quello che significa Lugano per me e per i tifosi ci spinge a rimanere un club ambizioso. Bisogna anche dire che il nostro campionato è cambiato nel tempo. Non siamo più la forza economica come una volta, questo è un dato di fatto. Per essere ambiziosi dobbiamo fare meglio all’interno della nostra struttura. La nostra identità sta cambiando, anche nel modo di giocare ed allenarci. Dobbiamo continuare a migliorarci, però sicuramente vogliamo restare un club ambizioso: questo è il Lugano”, conclude l’allenatore del Lugano Luca Gianinazzi.