Dopo un inizio di stagione scoppiettante, il Lugano è caduto in una valle, non di lacrime, ma di dubbi. Complici anche i numerosi infortuni, i bianconeri non sono più riusciti a dare uno strappo al campionato per ergersi a una delle migliori squadre della National League. In questo momento la squadra allenata da Luca Gianinazzi occupa la 10° posizione. Nelle ultime 10 partite sono sette le sconfitte sul groppone e alla Cornèr Arena sono tre consecutive. Un ruolino di marcia che non permette di impensierire le altre concorrenti ai posti più prestigiosi della classifica e, anzi, costringe a dare un’occhiata anche alle avversarie più attardate.
Le assenze e la difesa ballerina
Schlegel, Van Pottelberghe, Zohorna, Dahlström, Alatalo, senza contare i lungodegenti Thürkauf e Morini. Infortuni di durate differenti che hanno influito (e stanno influendo) in maniera più o meno marcata l’andamento della squadra bianconera. È difficile trovare una continuità quando vengono a mancare delle pedine importanti. Ma parliamoci chiaro, non deve essere un attenuante. Il Lugano è sempre sceso in pista con uomini che dovevano e potevano fare di più. I 55 gol subiti in 17 partite sono un campanello d’allarme che non può essere protratto per l’intera stagione, soprattutto per gli obiettivi bianconeri. Troppa la fragilità mostrata dalla retroguardia del Lugano nelle ultime uscite: le ultime 4 trasferte narrano 18 gol subiti, inflazionati anche dal pesante 8-1 subìto a Davos. La percentuale di parate dei portieri bianconeri sono le peggiori della lega. Il dato di Niklas Schlegel, per esempio, si attesta all’87,83%, 4 punti percentuale in meno rispetto alla stagione passata. Il portiere non è però la preoccupazione maggiore. L’impatto di Carl Dahlström è insufficiente. La società ha infatti virato su un altro straniero per dare un’alternativa difensiva in più a Luca Gianinazzi: vedremo se il pedigree nordamericano di Justin Schultz alzerà il livello della retroguardia.
Quanto manca Thürkauf?
L’altro punto di domanda riguarda la fase realizzativa: il Lugano ha il 10° attacco della National League con 42 segnature a referto. Un dato in linea con gli attuali ‘competitors’ di classifica della squadra di Gianinazzi, ma ben lontano dalle prime della classe. Le certezze della linea delle meraviglie Carr-Joly-Thürkauf dell’anno scorso sono cadute con il lungo infortunio di inizio di stagione del capitano bianconero. Gli altri due stranieri hanno dovuto ovviare all’assenza, annaspando in un primo momento e prendendo più fiducia in un secondo. Il top scorer Michael Joly è 12° per punti fatti in National League (17 punti: 6G, 11A), mentre Daniel Carr è attardato (14 punti: 4G, 10A). Una linea che ha ritrovato lo smalto passato, nonostante i continui cambiamenti al centro. Nelle ultime uscite, però, Gianinazzi sembra aver deciso di puntare su Radim Zohorna per comporre la prima linea interamente straniera. I 7 punti del ceco in 14 partite però non convincono, così come ci si aspetta di più dal suo compatriota Jiri Sekac (anche per lui 7 punti, ma in 17 presenze). Una poca concretezza sotto porta che viene confermata anche dal dato dei tiri in porta per incontro: il Lugano è il primo della National League con la cifra di 33,06 per gara.
È ora di segnali?
Ora, il Lugano avrà 10 partite prima della prossima pausa e 6 di queste saranno confronti contro avversari vicini in classifica ai bianconeri. Un’occasione per dare verve ad una stagione fin qui in chiaroscuro. Il prossimo filotto non è decisivo, ma potrà dare delle risposte concrete sul campionato che vorrà affrontare il Lugano. A partire da questa sera alla Cornèr Arena contro il Bienne.