Hockey
Ultima chiamata per il Lugano
©Gabriele Putzu
©Gabriele Putzu
Il Lugano non riesce ad uscire dal brutto periodo di crisi. L'ultimo avvicendamento ha visto l'arrivo di Antti Törmänen come mentori di Luca Gianinazzi. È un Lugano ora che deve dare segnali di ripresa.

Una situazione caotica in casa Lugano. Dopo il successo nel derby del 22 novembre i bianconeri non sono riusciti a dare continuità ad un risultato che poteva essere il giusto appiglio scaccia-crisi. Luca Gianinazzi si è più volte preso a carico la cattiva prestazione della sua squadra. E una, e due, e tre, e il Lugano non ne ha vinta più una, se non quella contro un disastrato Rapperswil. “Sono a capo della squadra, sono il leader della squadra e quando le cose non vanno bene sono io a metterci la faccia”, così ha commentato lo stesso Gianinazzi la débâcle contro il Langnau. E ora? La società è corsa ai ripari affiancando all’allenatore ticinese l’esperto Antti Törmänen. Adesso non ci sono più scuse.

Numeri preoccupanti

Dal successo con l’Ambrì-Piotta, i bianconeri hanno ottenuto il misero bottino di 5 punti in 7 confronti disputati. In questo lasso di tempo solo il Rapperswil ha fatto peggio ed infatti il tecnico dei sangallesi ne ha pagato le conseguenze. Sono 0.71 i punti a partita guadagnati dal Lugano in questo periodo, una media identica al fanalino di coda Ajoie. Dall’inizio della stagione, però, i bianconeri sono la squadra che ha effettuato più tiri verso la gabbia avversaria (32,96 a partita). È inutile, a questo punto, dire che l’efficienza al gol è la peggiore della National League. Un problema di concretezza sotto porta confermato anche dal penultimo powerplay della Lega per percentuale (14,94%). Un attacco da polveri bagnate.

Niente più meraviglie, niente più gol

A chi attribuire questa tendenza negativa in zona offensiva? Dati alla mano la linea delle meraviglie dello scorso anno Carr-Thürkauf-Joly ha subito una flessione in termini di punti a partita. Daniel Carr è passato dalla media di 1.18 punti a partita della scorsa stagione all’attuale 0.73. Stesso discorso, seppur più lieve, per Michael Joly (da 1.00 a 0.89) e per Calvin Thürkauf (da 1.15 a 0.64) il quale, però, ha le attenuanti di un lungo stop per infortunio. Il problema in attacco in casa bianconera non è attribuibile a questa linea. Se non girano loro, però, i punti non arrivano. I due nuovi stranieri Radim Zohorna e Jiri Sekac non brillano: il gigante ceco ha siglato 10 punti in 21 sfide, mentre l’ex Losanna ne ha fatti solo 9 in 23 partite. È un’aridità in termini di gol non supportata neanche dagli svizzeri e, men che meno, dai “giovani” che -alla loro seconda stagione- non hanno più la scusa dell’apprendistato.

Con Törmänen qualcosa deve cambiare

Una settimana fa il Lugano ha annunciato l’arrivo di Antti Törmänen in qualità di Senior Advisor. Per intenderci, l’ex allenatore del Bienne, ricopre ora il ruolo di mentore nei confronti di Luca Gianinazzi. Una scelta che ha inevitabilmente sollevato discussioni sulla legittimità del tecnico ticinese. È stato più volte ribadito da tutti i membri dello staff e della squadra, ma anche dallo stesso Törmänen: “Non sono qui per delegittimarlo. Ho detto chiaramente ai giocatori che non sarò io l’allenatore”. Il Lugano ora non ha più scuse, ma non ha neanche più alternative. Il cambio di rotta deve arrivare a partire dalle prossime 4 partite prima di Natale. Kloten, Zugo, Langnau e il derby con l’Ambrì-Piotta: ultima chiamata per la truppa di Gianinazzi.

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