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"A me tre note non bastano. Ma il rombo delle mie Ferrari..."
"A me tre note non bastano. Ma il rombo delle mie Ferrari..."
"A me tre note non bastano. Ma il rombo delle mie Ferrari..."
Redazione
6 anni fa
Il virtuoso svedese della chitarra Yngwie Malmsteen torna con un album a tinte blues

C’è chi lo ama e chi lo odia, ma nessuno può osare affermare che non sia uno dei grandissimi della chitarra. Yngwie Malmsteen fra gli anni ’80 e ’90 è stato uno dei "guitar hero" maggiormente in grado di ridefinire gli standard della chitarra, grazie al virtuosismo, talvolta esasperato, delle sue esibizioni. E proprio sull’ostentazione della sua ineguagliabile tecnica il chitarrista svedese non è mai sceso a compromessi, complice anche un carattere a dir poco bizzoso.

Lo stesso carattere che – dopo anni in cui ha dichiarato che non avrebbe mai suonato blues – oggi, come se nulla fosse, lo fa ritornare sulla scena musicale con un disco… interamente dedicato al blues. Blue Lightning, in uscita il 29 marzo con Mascot Label Group, è infatti un disco in cui Malmsteen rivisita alcuni dei suoi brani preferiti, rendendo omaggio ai grandi del passato ma rimanendo fedele al suo stile.

Yngwie Malmsteen, un po’ a sorpresa il tuo 21. album è un disco blues. Come è nato questo progetto?

Da anni alcune persone mi chiedevano di fare un album blues, ma ho sempre detto “nah, non credo”. Poi un anno fa la Mascot Label Group è venuta da me e mi ha detto che era il momento giusto per farlo. Io ho risposto “Blues non so, magari bluesy…”. Ed è proprio quello che abbiamo fatto: ho scelto alcune canzoni classiche e le ho interpretare con il mio stile. E devo dire che mi è piaciuto più di quanto mi aspettassi…..

Eppure anni fa avevi detto che il tuo approccio alla chitarra «ha sempre cercato di allontanarsi il più possibile dalla mentalità blues, il modo più limitato e primitivo di suonare»…

Ho parlato di approccio alla chitarra, non di musica blues. In realtà ho sempre ascoltato e ammirato chitarristi dalle influenze blues sin da bambino, basti pensare che i primi artisti che ho cercato di emulare quando avevo 5 anni sono stati John Mayall & The Bluesbreakers. Semplicemente ho sempre pensato che la musica non si possa limitare a un assolo di tre note quando se ne possono inserire migliaia dando più colore e varietà alla composizione. Suonare blues per me è assolutamente naturale, ma non mi piace la ripetitività e ho cercato di far vedere la mia versione personale di questo genere musicale.

In Blues Lightning sono presenti pezzi di ZZ Top, Beatles, Deep Purple, Rolling Stones, Jimi Hendrix… con quale criterio hai selezionato questi brani?

Semplicemente con il mio gusto. Uno dei brani a cui tengo di più è Demon’s Eyes: quando avevo 10 anni era il mio pezzo preferito in Fireball, un disco dei Deep Purple davvero sottovalutato. Avevo già suonato il pezzo nel 1990 con Ian Gillan, il cantante della band inglese, ho tanti splendidi ricordi e per questo volevo proporlo in un mio album. Un altro brano che per me ha tanto significato è Smoke on the Water. Nel 2009, a Tokyo, i Deep Purple mi avevano chiesto di salire sul palco e suonare con loro la loro canzone simbolo. È stato pazzesco: c’era anche Jon Lord e ci siamo divertiti un sacco. Questo è stato anche il mio personale modo per omaggiarlo.

Nell’album sono presenti anche due brani di Hendrix, Purple Haze e Foxy Lady. Ma è vero che è quando è morto Hendrix è nato il Malmsteen chitarrista?

Ormai è un po’ una leggenda urbana che gira su di me… Certamente però è uno dei chitarristi che più mi hanno ispirato, non solo per il suo modo di suonare ma per il suo carisma e la sua presenza scenica. Quando, il giorno della sua morte, ho visto la sua esibizione a Monterey dove ha dato fuoco alla chitarra, mi sono detto che fosse la cosa più “cool” che avessi mai visto».

C’è invece qualche brano che non eri sicuro di inserire nell’album?

Sì, Forever Man di Eric Clapton. Un pezzo stupendo, ma non sapevo se sarei stato in grado di reinterpretarlo in modo soddisfacente. È stata una bella sfida per me, ma mi sono seduto e ho lavorato molto su ogni singola nota. Dovevo darmi da fare per cogliere a dovere l’opportunità e, visto il risultato finale, sono davvero felice di averci provato.

Più che cover, le tue sono vere e proprie reinterpretazioni. Qual è il limite tra il proporre il proprio stile e il dissacrare un brano?

Ho cercato di preservare lo spirito delle canzoni, mantenendo però fede al mio stile, aggiungendo le mie vibrazioni e la mia personalità. Credo che questo sia stato il modo giusto di mostrare il mio rispetto ai grandi artisti che hanno composto quei capolavori. Non trovo il senso di riprodurre la copia esatta di un brano, anche perché ci sono già gli originali a vostra disposizione da ascoltare e da godersi….

In Blue Lightning hai anche cantato, mostrando inaspettate doti vocali…

Da un po’ di tempo sto lavorando sulla mia voce ed ero piuttosto sicuro che avrei potuto fare bene. Tanto che ho registrato praticamente tutte le mie parti vocali al primo take. Senza suonare contemporaneamente, anche se sono convinto che avrei potuto tranquillamente farlo. Devo ammettere che anche per questo la registrazione dell’album è stata molto divertente.

Tra concerti e dischi sei sempre piuttosto preso dalla tua musica. Ma quando sei a casa cosa ascolti?

Devo dire la verità: stare a casa è il momento giusto per staccare e riprendermi dalle fatiche in studio o in tour. Prima ascoltavo dischi di giovani artisti, ma adesso l’unico suono che ascolto è il rombo delle mie Ferrari...

MS

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