
Se frequentate i social media, le avrete sicuramente viste. Dopo le virali immagini dello studio cinematografico di film d'animazione giapponese Ghibli, adesso è in voga lo "starter pack". In questi giorni circolano infatti tantissime foto di personaggi famosi o perfetti sconosciuti in versione "action figure". In poche parole, si tratta di bambole, che ricordano vagamente delle Barbie e che hanno le sembianze della persona in questione, accompagnate da oggetti iconici che dovrebbero rappresentarli. Tra le foto che stanno circolando in rete ci sono anche quella del direttore del Dfe Christian Vitta e del direttore del Di, Norman Gobbi, pubblicate dai diretti interessati.
Microfono e mazza da hockey
Christian Vitta ha aderito in maniera più fedele al trend internazionale. In una storia sul suo profilo Instagram, si è presentato in modalità "bambolotto" all'interno della confezione. Vitta si è immaginato con un semplice microfono. Difficile capirne con esattezza il significato: forse il ministro Plr faceva riferimento a qualche discorso da convegno politico oppure a doti canore finora sconosciute al grande pubblico. Gobbi ha invece voluto mostrarsi in versione giocatore di hockey (sport che pratica anche nella realtà), sebbene non come un bambolotto vero e proprio.
Il rischio ambientale
I due consiglieri di Stato sono solo gli ultimi politici a partecipare al trend che ha conquistato tantissime personalità mondiali, ma anche numerosi perfetti sconosciuti. L'immagine viene creata con l'intelligenza artificiale usando ChatGpt e il suo rinnovato modello 4o. Per farlo, occorre inserire un prompt (meglio se in inglese) e soprattutto una foto personale a figura intera. Il fenomeno è sicuramente simpatico e chi partecipa non pensa di fare nulla di male, ma questa possibilità presenta delle insidie. Anzitutto, quella ambientale. La professoressa Gina Neff della Queen Mary University di Londra ha dichiarato alla Bbc che i centri dati utilizzati per alimentare ChatGpt consumano in un anno più elettricità di 117 Paesi. "A casa mia scherziamo sul fatto che ogni volta che creiamo uno di questi meme sull'intelligenza artificiale, uccidiamo un albero", afferma Lance Ulanoff, redattore statunitense di TechRadar, in un articolo dedicato al tema. "È un'iperbole, naturalmente, ma è sicuro che la generazione di contenuti dell'IA non è priva di costi e forse dovremmo pensarla e usarla in modo diverso".
Sotto pressione
In uno studio della Cornell University, i ricercatori affermano che "l'addestramento del modello linguistico Gpt-3 nei modernissimi data center statunitensi di Microsoft può far evaporare direttamente 700.000 litri di acqua dolce pulita". L'enorme ricorso globale a ChatGpt per i trend di Studio Ghibli e dello "starter pack" stanno mettendo sotto pressione le unità generative di ChatGpt, con il conseguente dispendio di energia. "È molto divertente vedere che le persone amano le immagini in ChatGpt. Ma le nostre Gpu (unità di elaborazione grafica, ndr) si stanno sciogliendo", ha scritto negli scorsi giorni su X il Ceo di OpenAI, Sam Altman. "Introdurremo temporaneamente alcuni limiti di velocità mentre lavoriamo per renderlo più efficiente". Il tono è scherzoso, ma la preoccupazione è reale.
Uso sbagliato?
I rischi dietro a questi trend riguarderebbero però anche la mancanza di consapevolezza sulle reali potenzialità dell'intelligenza artificiale. Ne è convinto il già citato Lance Ulanoff, secondo cui usando l'IA solo per gioco, non riusciamo a familiarizzare con essa. "La crescente intelligenza dell'IA significa che un giorno, in un futuro non troppo lontano, questa potrebbe essere altrettanto se non più intelligente di noi. Nel frattempo, tutti noi la usiamo per creare buffe locandine di film, ma poi ci scandalizzeremo quando l'IA ci toglierà il lavoro".
La rivolta delle professioni creative
Una possibilità che inquieta già alcune categorie professionali, persino in merito ai due trend di cui parliamo in questo articolo. Il fenomeno "studio Ghibli" ha fatto sussultare diversi creatori di film d'animazione. Il figlio del fondatore della casa cinematografica giapponese, Goro Miyazaki, ha dichiarato che "non sarebbe sorprendente se, tra due anni, un film d'animazione fosse realizzato interamente dall'IA". Con gli "action figure" negli "starter pack" a lamentarsi sono invece gli illustratori. Alcuni di loro hanno pubblicato i loro personali "starter pack", realizzati però "alla vecchia maniera", senza ricorrere all'intelligenza artificiale. "Non ne possiamo più dei trend di emme dell'intelligenza artificiale", ha tuonato l'illustratrice di fumetti Pénélope Bagieu. Termini forti che tradiscono l'opposizione crescente a una tecnologia che sta cambiando le nostre vite in pochissimo tempo.