
La bicicletta sta tornando più in voga che mai, ma è effettivamente un bene? Non è quanto risulta da uno studio italiano presentato al XXIV Congresso Nazionale della Società Italiana di Andrologia.Il Prof. Aldo Franco De Rose, della Clinica Urologica di Genova diretta dal Prof. Giorgio Carmignani, dice che un forte colpo potrebbe rompere l'arteria cavernosa. La conseguenza di questa rottura è un'invasione di sangue all'interno del corpo cavernoso.Certo, detto così non risulta molto chiaro. In poche parole significa che si arriva ad avere un'erezione prolungata e non dolorosa, detta priapismo ad alto flusso, la quale può perdurare anche per diversi giorni.Il problema è che molto spesso gli uomini tardano a rivolgersi allo specialista in quanto sperano che il problema si risolva di suo. Eppure gli esperti sostengono che non è un problema da sottovalutare. De Rose ci tiene a sottolineare che il priapismo ad alto flusso non è doloroso come nel caso di quello a basso flusso, e per questo motivo si può anche attendere, ma la cosa migliore è cercare di essere tempestivi.Ma ci sarebbe di più. Con l'andare in bici si rischiano anche dei microtraumi provocati dal sellino i quali possono avere ripercussioni sul nervo pudendo o sull'arteria cavernosa. Questo provoca dei temporanei deficit erettivi che possono durare anche settimane. La stessa problematica che hanno i ciclisti professionisti dopo lunghe gare.Gli specialisti hanno riportato l'esempio di tre casi analizzati a livello mondiale. I primi due casi riguardavano degli adulti che avevano subito un trauma al pene causato da un colpo sul tubo situato tra manubrio e sellino. Il terzo caso vedeva protagonista un bambino di 12 anni che ha avuto un violento colpo alla porzione fissa dei corpi cavernosi sul manubrio. Su tre casi, in due il priapismo si è manifestato dopo due giorni; nel terzo solo dopo poche ore.De Rose conclude dicendo che si rende necessario riconsiderare la sicurezza del veicolo a pedali. In effetti, in ambito medico, si osservano da tempo casi di uretriti, prostatiti, torsioni testicolari e insensibilità al pene da parte di ciclisti.Insomma, anche la bicicletta richiederebbe una certa moderazione da parte di chi la usa. Ma attendiamo ulteriori studi in tal senso.
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