
I ceci (Cicer arietinum) sono ricchi di sostanze benefiche grazie alle quali è possibile abbassare il livello di colesterolo cattivo (Ldl).Questi legumi, che possono essere cucinati nei modi più svariati, sono dunque consigliati al fine di migliorare l'attività di cuore e arterie.Queste le conclusioni cui è giunto uno studio di matrice australiana pubblicato sulla rivista "Annals of Nutrition and Metabolism"; la ricerca è stata condotta dalla Dr.ssa Madeleine J. Ball della School of Human Life Sciences, University of Tasmania.Ma vediamo come si è svolta l'indagine: i protagonisti sono 47 adulti, suddivisi in due gruppi; al primo gruppo è stata imposta una dieta ricca di ceci, al secondo una dieta priva di tali baccelli. Entrambe le diete erano comunque studiate per dare il giusto apporto calorico alle persone prese in esame.Le analisi: dopo un periodo di cinque settimane i ricercatori hanno proceduto con le analisi del sangue di ogni membro del campione. Hanno così potuto constatare che il primo gruppo (quello con la dieta comprendente i ceci) presentava tassi di colesterolo totale inferiori del 3,9% rispetto il secondo gruppo, il tasso di colesterolo cattivo (Ldl) era invece inferiore del 4,6%.Secondo gli esperti il merito di tale beneficio risiederebbe in alcune delle sostanze contenute nel cece stesso, questo sarebbe infatti ricco di fibre, folato e magnesio.Se nel caso delle fibre, sappiamo tutti quali benefici hanno queste sul nostro organismo, è bene fare qualche precisazione sul folato e sul magnesio.Il folato: meglio conosciuto come "acido folico" (o acido pteroilglutammico o vitamina M o vitamina B9 o folacina) appartiene al gruppo vitaminico di tipo B; è una sostanza che contribuisce a ridurre i livelli di omocisteina. L'omocisteina è un amminoacido che, se presente a livelli elevati nell'organismo, può aumentare il rischio di infarto, di ictus o di patologia arteriosa periferica.E' stato calcolato che assumendo il folato in giuste dosi, le morti per infarto, solo negli USA, diminuirebbero del 10%; a questo proposito è interessante sapere che un solo piatto di ceci arriva a fornire il 70,5% della razione di folato giornaliera consigliata.Il magnesio: favorisce una migliore circolazione a livello sanguigno e migliora l'apporto di ossigeno e sostanze nutritive a cellule e tessuti. Nel momento in cui il nostro organismo non ha un sufficiente apporto di magnesio, si può incorrere in problemi quali: nausea e vomito, diarrea, ipertensione, spasmi muscolari, insufficienza cardiaca, confusione, tremiti, debolezza, cambiamenti di personalità, apprensione e perdita della coordinazione. L’apporto quotidiano raccomandato è di 350 mg per gli uomini e 300 mg per le donne, dose aumentabile fino a 450mg nel periodo di gravidanza e allattamento.Entrambe le sostanze sono presenti in vari alimenti, noi consigliamo i ceci in quanto ne sono particolarmente ricchi.Ed ora, un accenno di storia: l'etimologia della parola cece (Cicer arietinum) deriva dal greco "kickere" e, successivamente, dal latino "cicer". I latini aggiunsero la specifica "arietinum" (atta a determinare il tipo di cece cui siamo abituati) in quanto videro una certa somiglianza tra il seme (baccello) ed il profilo della testa di un ariete.La coltura di questa "fabaceae" (la famiglia dei legumi) deriva da forme selvatiche del Cicer (si ipotizza dal Cicer reticulatum). Molto probabilmente l'origine silvestre proviene dalla Turchia.Le prime testimonianze inerenti la coltivazione risalgono all'Iraq dell'età del bronzo; si diffusero, successivamente, in tutto il mondo antico: Egitto, Grecia e Impero romano.Una curiosità: sapevate che il cognome di Cicerone deriva da un suo antenato avente sul naso una verruca a forma di cece?
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