
Tornano in Ticino i Legnanesi, con il nuovo spettacolo Signori si nasce… E noi?, che andrà in scena al LAC di Lugano dal 23 al 25 marzo. Molto apprezzati anche nella Svizzera italiana, i Legnanesi sono forse il più grande esempio di teatro “en travesti” in Italia, in attività dal 1949, nei loro spettacoli propongono figure satiriche delle tipiche corti lombarde e, come ci ha raccontato Antonio Provasio durante una recente intervista, con lo scopo di lasciare sempre un messaggio al pubblico, oltre che le risate.
Ci puoi parlare di questo nuovo spettacolo Signori si nasce… e noi? ?Lo spettacolo secondo noi è molto bello, ha una concezione completamente italiana, come i Legnanesi sanno benissimo fare. Questo spettacolo abbiamo deciso di dedicarlo al grande Totò per celebrare i 50 anni dalla sua scomparsa, a partire dal titolo ma anche parlando di napoletanità: ad esempio il finale del primo tempo ci vede cimentarci nelle più belle canzoni napoletane. Ad ogni modo ovviamente c’è una storia, i Legnanesi sono sempre abbastanza sul pezzo, perciò per questo spettacolo abbiamo deciso di parlare sostanzialmente di relazioni, di tradimenti, di separazione,… La Teresa trova un messaggino sul telefonino del Giovanni da parte di questa marchesa napoletana, la padrona del cortile, della quale il Giovanni si è infatuato facendosi addirittura portare fino a Napoli. La Teresa secondo voi mollerà l’osso? Ovviamente no: andrà a riprendersi suo marito e, senza svelare troppo, ne vedremo delle belle.
A livello spettacolare c’è qualcosa di speciale?Questa volta Enrico, che cura tutta la parte scenografica, ha lavorato particolarmente bene: ci sono dei bellissimi quadri musicali, ad esempio c’è questo finale del primo tempo tutto su Napoli, con il Vesuvio sullo sfondo. In più ci sono dei costumi che sono meravigliosi, diciamo che siamo riusciti a pagare anche gli occhi, come sempre, ma questa volta Enrico è forse riuscito a dare un tocco in più al tutto. Oltre a questo le canzoni napoletane hanno il dono di rendere sempre il tutto molto festoso e questa cosa è piaciuta e sta funzionando molto bene, oserei dire che in quanto a quadri musicali quest’anno ci siamo superati.
La storia dei Legnanesi ha inizio nel 1949, quasi 70 anni fa, come può esserne cambiata contestualizzazione da allora ad oggi?L’anno prossimo infatti festeggeremo i 70 anni con uno spettacolo meraviglioso, non che questo non lo sia, ma abbiamo in programma qualcosa di veramente speciale. Comunque, parlando di contesto, purtroppo in Italia la crisi c’era nel ’49 e c’è ancora oggi, quindi quello che dico sempre è che i Legnanesi sono molto attuali nei loro testi: parliamo di attualità, parliamo di crisi, parliamo di problematiche che assillano la povera gente, i “pover crist”, come li chiama la Teresa,… insomma, un po’ tutte queste situazioni, di materiale dal quale ispirarci e su cui lavorare ne abbiamo parecchio. Questa volta, nello specifico, andiamo a toccare i problemi causati dai telefonini, la separazione, la crisi e tutto ciò che ne deriva.
Quindi i vostri spettacoli sono sempre ispirati dal momento?Sicuramente, per scrivere i testi mi guardo sempre in giro e mi faccio ispirare da tutto ciò che mi circonda, tutto quello che circonda il popolo italiano. Infatti il nostro pubblico si riconosce tanto nei personaggi, perché comunque sia si parla di loro e si parla come loro. Cerchiamo comunque di non parlare troppo di politica e non diciamo parolacce, perché vogliamo essere comici anche senza volgarità e perché abbiamo notato che la gente è un po’ stufa di sentir parlare di Berlusconi piuttosto che di Renzi e tutte queste menate. Infatti il nostro pubblico spesso ci ringrazia per questo.
E comunque i vostri spettacoli finiscono sempre con una morale…Certamente, noi diamo sempre una morale a tutto quello che facciamo, non si tratta di far ridere e basta: cerchiamo sempre di fare delle battute che arrivino direttamente senza arzigogolarci troppo sopra, però il nostro intento è comunque quello di lasciare un messaggio positivo nei confronti di tutto il discorso che affrontiamo, infatti, nel pezzo finale con i tre protagonisti, c’è sempre un momento dedicato a questo. Ad esempio in questo nuovo spettacolo spieghiamo come sia sbagliato passare e rovinarsi la vita correndo dietro ai soldi e alla ricchezza, perché le cose importanti sono altre e la felicità si trova nelle persone che ci circondano e ci vogliono bene.
Dal ’49 ad oggi, l’approccio dei Legnanesi verso lo spettacolo è in un qualche modo cambiato?Sicuramente si: abbiamo ringiovanito i personaggi e li abbiamo anche un po’ “cabaretizzati”, abbiamo lavorato tanto sull’attualità e abbiamo modernizzato i testi, da 5 anni a questa parte praticamente i testi sono tutti miei. Anche la comicità ha sicuramente avuto un’evoluzione, oggi infatti è molto più veloce rispetto al passato, quindi ci sono tantissime battute e abbiamo italianizzato un po’ di più i testi, così da avvicinare un po’ anche i giovani a quello che è il mondo dei Legnanesi. Insomma, unendo tutte queste cose siamo riusciti a creare un prodotto che sta veramente funzionando: ogni anno riusciamo a portare più di 160.000 persone a teatro, che è sicuramente un bel traguardo. A questo proposito mi sento veramente di ringraziare anche il pubblico della Svizzera italiana che non ci abbandona mai, infatti riusciamo quasi sempre a fare il tutto esaurito e per questo siamo veramente orgogliosi di portare quello che è l’italianità, il dialetto lombardo, che poi è un po’ simile a quello ticinese, in Ticino. Siamo veramente contenti e vi ringraziamo davvero di cuore.
Michele Sedili
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