Iniziamo dando alcuni numeri: 34 anni, con 26 miliardi di streaming a livello mondiale è stata l'artista più ascoltata del 2023, 11 album pubblicati finora, 40 American Music Award messi in bacheca, 100 milioni di ascolti in un mese su Spotify. A vantare tutti questi dati è Taylor Swift, l’artista statunitense che è ormai diventata un fenomeno globale. La cantante negli scorsi giorni ha suonato per la prima volta in Svizzera, al Letzigrund di Zurigo, davanti a 50mila persone. Fan, detti anche “Swifties”, che nella Città sulla Limmat hanno letteralmente fatto vibrare il suolo: con i loro balli e i loro salti hanno provocato delle vibrazioni sismiche registrate anche dal Servizio sismico svizzero (Sed) del Politecnico di Zurigo.

Erasmo Pelli e Aris Bariffi, due reduci del "maxi-concerto" di Zurigo, ci condividono la loro esperienza durante il live. Fare parte degli Swifties vuol dire "amare, seguire o apprezzare il talento di Taylor Swift", racconta Bariffi. Ma come può essere nato un fenomeno di questa portata? "I punti sono due: il primo è che lei sia molto brava a gestire il suo rapporto con i fan, rendendoli partecipi delle novità anche durante i suoi show ed essendo ricettiva col pubblico, il secondo è la sua capacità di cantautrice, elaborando un insieme di canzoni autobiografiche con riferimenti anche alla litteratura anglosassone", afferma Bariffi, "una volta che si entra in questo loop è difficile uscirne".

"Non mi definirei uno Swiftie, ho accompagnato mia figlia al concerto per curiosità verso questo fenomeno planetario", racconta Pelli. "Ho ammirato molto lo spettacolo, i colori, le luci i costumi. Tra i fan ho visto anche padri di famiglia e donne di mezza età vestite da cowboy", aggiunge. "Nei testi delle sue canzoni parla della vita di tutti i giorni e inventa anche delle storie molto interessanti. In fin dei conti, 'è una di noi'." I fan sono molto legati a Taylor così come lei è molto legata a loro.