
La Medicina dello sport in Svizzera ancora oggi non ha ricevuto un vero riconoscimento. «Segno che la considerazione verso quest’attività non è ancora molto forte, in un Paese dove si registrano oltre 300mila infortuni», segnala Peter Jenoure, specialista Fmh in Medicina interna generale ed esperto di Medicina dello sport, attivo presso la clinica Ars Medica di Gravesano, la struttura sanitaria del gruppo Swiss Medical Network con una posizione di spicco a livello cantonale nell’evoluzione della chirurgia ortopedica e traumatologica dell’apparato locomotore.
Peter Jenoure indica i tre principali obiettivi del medico dello sport:• curare malattie o danni che impediscano la pratica sportiva;• prevenire e trattare gli infortuni;• valutare l’idoneità sportivaper chi pratica agonismo o sport particolarmente intensi.Per quanto riguarda il primo punto, «sono molte le persone ammalate anche di patologie gravi che, se seguite da un medico con conoscenze in medicina dello sport, potrebbero beneficiare di una attività fisica adattata per ridurre i sintomi », nota Jenoure. «Per molte malattie, un’attività fisica regolare, prima che la patologia si dichiari, può rappresentare un’importante forma di prevenzione».Quanto al trattamento degli infortuni, il medico dello sport può seguire l’atleta per favorire un migliore decorso del problema e una ripresa in sicurezza dell’attività. Misure preventive come il programma Fifa 11+, hanno dimostrato un’efficacia notevole», precisa Jenoure.Sugli esami d’idoneità sportiva, la Svizzera ha un’attitudine piuttosto liberale. «Nella maggior parte dei Paesi europei, chi pratica sport agonistico è obbligato per legge a sottoporsi a un’annuale visita d’idoneità», segnala lo specialista. Questo non significa che gli sportivi d’élite qui non siano seguiti, ma l’iniziativa è lasciata ai club o, nel caso degli sport individuali, al singolo atleta e s’incontrano le situazioni più diverse. «Bisognerebbe tener maggior conto che la salute di un atleta è il suo capitale principale, come quello delle società sportive», ricorda lo specialista; «i club che ottengono i miglior risultati sono quelli con il più ridotto numero di atleti indisponibili per cause di salute».È in crescita il numero di persone di tutte le età che si dedicano ad attività sportive anche impegnative in modo molto intenso, senza una consapevolezza delle proprie capacità e dei propri limiti.Jenoure afferma «una buona informazione e precise indicazioni dalle autorità competenti, delle quali dovrebbe far parte il medico, potrebbero essere un modo per ridurre i problemi deglisportivi “fai da te”...».Secondo Jenoure, occorrerebbe maggiore informazione e consapevolezza sul ruolo dell’attività fisica soprattutto a livello preventivo.
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