
45 anni fa Elvis Presley si accomiatava da questo mondo, lasciandoci una nutrita discografia di ventitré album in studio, otto live e un'eredità musicale ripresa da migliaia di artisti in tutto il mondo. Nella sua carriera Elvis si è fatto conoscere per i suoi pregi di ballerino, cantante e compositore, influenzando enormemente la cultura americana dai primi anni cinquanta in avanti. Ancora oggi la sua figura è oggetto di amore e controversie, maturate nel corso dei decenni già da quando era in vita e ben oltre la sua scomparsa.
Una vita vissuta al massimo
Il suo periodo di attività inizia nel 1953 e pian piano si avventura verso il successo nazionale, poi quello mondiale nell'arco di pochi anni. Pezzi iconici come Jailhouse Rock, Don't Be Cruel e Love me Tender, assieme a tanti altri lo proiettarono nell'olimpo della musica, consolidando la sua carriera come cantante. Adorato da una schiera di ammiratori di ogni età - tra cui tante giovani donne - Elvis non ha limitato il suo enorme successo al mondo della musica: ha infatti collaborato anche ad alcune produzioni cinematografiche a stampo musicale, come il film Jailhouse Rock - Il delinquente del rock and roll dal quale sarà tratto l'omonimo singolo. Anche Elvis, come molti artisti in ogni epoca, fu oggetto di controversie per i suoi atteggiamenti scenici e stravaganti: dalle accuse di razzismo - peraltro infondate - nonostante si fosse sempre espresso contro la segregazione razziale, alle persecuzioni attuate da enti religiosi che ritenevano il suo modo di muoversi "osceno" e "non consono ad un uomo bianco", talvolta "satanico". Ebbe anche una vita sentimentale molto intensa con attrici famose dell'epoca, tra le quali Nathalie Wood. Nel corso degli anni le sue apparizioni in pubblico divennero sempre più sgargianti e coreografiche, integrando altri generi come il blues, il gospel e il country nelle sue nuove produzioni. Elvis visse la sua vita al massimo delle sue potenzialità, adottando uno stile di vita stravagante e continuando a produrre musica, fino al suo declino e alla prematura scomparsa.
La morte del cantante e le speculazioni successive
Poco prima della sua morte, ad Elvis era stato diagnosticato un glaucoma secondario, che gli diede grandi problemi alla vista e rendeva l'esibizione sul palco problematica a causa delle luci di scena. Cadde poi in uno stato depressivo dopo il divorzio da sua moglie Priscilla Beaulieu. Sviluppò anche una dipendenza da farmaci stimolanti per reggere il suo ritmo di vita, che lo portarono a gravi problemi di salute : fu probabilmente un'overdose di barbiturici a sancirne la morte per arresto cardiaco a soli 42 anni, alle 15:00 di un triste 16 agosto di quarantacinque anni fa mentre era ricoverato al Baptist Memorial Hospital. A seguito dell'annuncio della sua morte la sua musica ha continuato ad appassionare moltissime persone, e da questa passione sono nate speculazioni di ogni genere sul cantante. Alcuni sostennero anche che fosse ancora vivo, e che avesse deciso di inscenare la propria morte per potersi ritirare dalla scena in pace. Anche altre testimonianze sui suoi problemi di salute sorsero in seguito, raccolte da persone vicine a lui.
Le circostanze misteriose della sua morte hanno contribuito a mantenere un alone di fascino attorno alla sua persona, continuando una leggenda già ben radicata nell'immaginario collettivo dagli anni cinquanta fino ad oggi. "Elvis non è morto, è solo tornato a casa" aveva affermato l'Agente K (interpretato da Kevin Brown) nel primo Man in Black, ed è questo fascino con una punta di mistero che ha fatto di lui una delle maggiori icone popolari in epoca contemporanea.