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L'efficacia della TENS sulla vulvodinia
Redazione
17 anni fa
Nel mese corrente una prestigiosa rivista inglese, “British Journal of Obstetrics and Gynaecology”, ha pubblicato un’importante studio italiano

Nel mese corrente una prestigiosa rivista inglese, “British Journal of Obstetrics and Gynaecology”, ha pubblicato un’importante studio italiano. Lo studio ha messo in evidenza come sia possibile contrastare patologie quali la vulvodinia e la vestibolodinia attraverso la stimolazione transcutanea del nervo (TENS). Cos’è la vestibolodinia? Rappresenta una variante molto comune della vulvodinia, la patologia colpisce prevalentemente le donne in età fertile (dai 20 ai 40 anni circa). I disturbi sono principalmente rappresentati da: impossibilità nell’avere rapporti sessuali; difficoltà di indossare abiti aderenti; difficoltà a stare sedute per lunghi periodi di tempo. Questa è classificata come neuropatia (disturbo delle terminazioni nervose vestibolari). La diagnosi della vulvodinia richiede, in genere, diversi anni; da qui la difficoltà nell’affrontarla. Tale patologia porta la donna che ne soffre a provare sentimenti di rabbia e di sfiducia; oltretutto col passare degli anni, se questa non viene curata, porta ad un aumento del dolore. Da aiutare sono anche i partner delle donne aventi tale disturbo, questi sono infatti disorientati dal comportamento della propria compagna. Da qualche tempo, grazie all’attività dell’Associazione Italiana Vulvodinia Onlus, la malattia è riconosciuta (prima non lo era); la stessa associazione, nel corso di un convegno tenuto a Milano, ha portato all’attenzione dei presenti la necessità di un approccio multidisciplinare alla patologia. Multidisciplinare in quanto vanno tenute in considerazione sia le componenti fisiche, sia le componenti emotive della paziente. A tale motivo il Comitato Scientifico dell’AIV ha preso in causa psicologi, sessuologi, anestesisti e fisioterapisti. Ma parliamo ora dello studio, coordinato dal Dr. Filippo Murina, responsabile scientifico dell’Associazione Italiana Vulvodinia Onlus. Per l’esecuzione sono state prese 40 donne aventi la malattia; queste sono state divise in due gruppi da 20; al primo gruppo venivano dati dei placebo, il secondo veniva sottoposto a TENS. Per valutare l’efficacia di tale metodologia curativa, i ricercatori si sono avvalsi di tre parametri: una scala analogica visiva del dolore (VAS); un questionario per valutare le caratteristiche del dolore (McGill-Melzack Pain Questionnaire); una serie di domande volte a caratterizzare gli eventuali disturbi sessuali della donna (Female Sexual Function Index questionnaire). I risultati ottenuti alla fine del test sono stati positivi per il gruppo sottoposto a TENS; di lieve entità, invece, i risultati del gruppo curato tramite placebo. Ma cos’è nello specifico la TENS? Tecnica sviluppata negli anni ’70 consiste nello stimolare, tramite uno stimolatore nervoso elettrico, determinati nervi al fine di alleviare il dolore a donne affette da dolore cronico. Oggi questa tecnica viene utilizzata per diverse patologie. Ma torniamo alla ricerca del team italiano, la quale ha ampliamente dimostrato come una terapia innocua (non ha effetti collaterali come i farmaci) e facilmente riproducibile possa essere efficace nel ristabilire le alterazioni nervose nella percezione del dolore. Consigliamo anche il sito www.vulvodinia.org, che offre un forum di dibattito sulla patologia stessa.

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