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"Lifting facciale? Sì, ma occhio all'effetto 'Michael Jackson'"
"Lifting facciale? Sì, ma occhio all'effetto 'Michael Jackson'"
"Lifting facciale? Sì, ma occhio all'effetto 'Michael Jackson'"
Redazione
6 anni fa
Il dottore Philipp Fallscheer: "Utile rivolgersi al chirurgo estetico quando l’aspetto non rispecchia come in realtà ci si sente"

L’invecchiamento è un fenomeno progressivo particolarmente visibile sul volto, la cui struttura si modifica non solo superficialmente ma anche più in profondità. Molteplici sono le cause: oltre alla genetica, che ha un’importanza fondamentale, troviamo influssi ambientali, eccessiva esposizione al sole, abuso di tabacco e alcool, stress emotivi, alimentazione scorretta, affezioni cutanee, significativa perdita di peso corporeo, cambiamenti ormonali. Può essere utile rivolgersi al chirurgo estetico quando l’aspetto della persona non rispecchia come in realtà quella persona si sente. Non sempre la chirurgia estetica del volto risolve solo un problema di rughe: il concetto fondamentale è quello di una corretta disposizione dei volumi del viso. L’obiettivo da raggiungere è che l’aspetto non sia “tirato” ma naturale.

Il paziente riferirà se è infastidito da un aspetto stanco o piuttosto dall’invecchiamento. Diverse zone del viso, se modificate, danno più l’impressione di freschezza o gioventù e, in base alla rispostache il paziente dà, ci si può orientare verso il tipo d’intervento più mirato e adatto. La parte del volto più colpita dal passare del tempo è la zona “mesofacciale” cioè quella mediana che sta su una linea verticale a metà tra il naso e l’orecchio. Le tecniche oggi a disposizione sono moltissime e se ne possono usare diverse, secondo la fascia d’età del cliente, il tipo di problema che l’affligge e le sue esigenze. Non esiste “il” lifting, esistono varie tecniche di lifting, si tratta di stabilire qual è quella che meglio si adatta a un determinato tipo di persona e al problema specifico da risolvere.La capacità di immaginare e una certa esperienza aiutano il chirurgo a comprendere e comunicare a chi si sottopone alla procedura anche l’evoluzione dei risultati nel tempo, sia immediatamentedopo l’intervento, sia a distanza di un certo periodo. Un intervento può concludersi con un risultato apparentemente perfetto ma che dopo due o tre anni scompare. Invece, un esito impeccabile adistanza di tempo, non lo è necessariamente nell’immediato. Bisogna essere lungimiranti o trovare un equilibrio tra il tempo da investire per la guarigione e l’efficacia del risultato a lungo termine.Forse non tutti sanno che i primi interventi di chirurgia estetica, in cui si effettuava la resezione della cute, risalgono già al 1901. Un ventennio più tardi si ricorreva alla mobilizzazione della pelle.L’inizio della chirurgia plastica moderna data degli anni 70, quando si iniziò a esercitare una trazione non solo sulla pelle ma sullo SMAS, (Sistema Muscolo Aponeurotico Superficiale), una strutturaprofonda formata da un tessuto che ricopre i nervi e i muscoli responsabili della mimica facciale. È del 1980 il Mask Lift, ideato da Paul Tessier, un lifting profondo in cui tutte le parti molli erano riposizionate rispetto all’osso. I trend oggi vanno in direzione dei soft lift e sono di moda i lifting a cicatrice corta, evoluzioni meno invasive delle tecniche di lifting profonde. Esistono poi tecniche come il lifting superficiale subcigliare, o altri lifting mesofacciali, nei quali non vengono effettuati i tagli classici che si fanno intorno all’orecchio, bensì sotto gli occhi.Prima dell’opzione operatoria, esistono varie metodiche non chirurgiche che possono risolvere problemi di rughe e di volumi, come l’acido ialuronico, il botox, sostanze iniettabili o anche applicabili sulla pelle (peeling). Misure chirurgiche mini invasive ultimamente sono molto richieste, come i lifting con i fili riassorbibili. Piace molto l’idea di qualcosa di poco invasivo, anche se a volte un vero e proprio mini lifting può essere più efficace e dare effetti più naturali. Il mini lifting può essere fatto anche in anestesia locale, con o senza una sedazione, e presuppone una mobilitazione e resezione della pelle. I lifting convenzionali sono spesso effettuati in anestesia totale e coinvolgono lo SMAS, che viene elevato e spostato oppure piegato, mentre la pelle soprastante viene solo in parte scollata e asportata. Nei lifting profondi il chirurgo solleva oltre alla pelle anche i muscoli, che vengono riposizionati.Si può anche classificare il lifting secondo la zona del viso trattato. Esiste il lifting della fronte e/o del sopracciglio, quello facciale e quello cervicale, che mira a rimettere in tensione non solo la pelle ma soprattutto il muscolo, denominato platisma, responsabile dell’aspetto invecchiato del collo. Il lifting più diffuso è quello cervico-facciale che coinvolge lo SMAS e che lascia la cicatrice intorno alle orecchie. Quello del chirurgo plastico è un mestiere estremamente legato all’equilibrio, all’armonia e al buon senso.Capita che una persona vada in crisi per problemi personali e si rivolga a uno specialista di chirurgia estetica pur di cambiare qualcosa nella propria vita. In quel momento il medico non deve approfittare della sua posizione. Si vedono in televisione donne tutte con lo stesso volto, spersonalizzate. Questo è un errore derivante dalla mancata analisi da parte del chirurgo delle specifiche zone del viso, e dal fatto di ignorare che il viso giusto non è privo di mimica. Per evitare una cosa simile, bisogna fare attenzione, avere etica professionale e invitare il paziente a riflettere senza prendere decisioni affrettate.Bisogna anche stare attenti all’ossessione del continuo ritocco, il cosiddetto ”effetto Michael Jackson”. Un primo risultato positivo deve essere valutato come tale, senza volere insistere. Invece spessoi clienti si abituano al nuovo aspetto, e poi si ingolosiscono e iniziano a volere sempre di più. È corretto che il chirurgo sconsigli il lifting in determinate situazioni. Se un difetto anche lieve provocaun forte disagio, e il proposito di cercare soluzione nella chirurgia è inflessibile, è giusto intervenire. In alternativa, si possono talvolta suggerire procedure meno invasive.Comunque, la decisione sull’opportunità di operare e su quale intervento eseguire dovrebbe essere presa insieme al paziente. Ci sono chirurghi che agiscono nel modo che sembra loro giusto, senzadiscussioni; altri accettano di fare qualsiasi cosa il cliente richieda. L’atteggiamento ideale è una via di mezzo: non imporre la propria visione insindacabilmente, ma mettere la propria esperienza alservizio del benessere e della soddisfazione di chi si rivolge con fiducia al chirurgo estetico.

Dr. med. Philipp Fallscheer

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