
Addio portafogli, abbonamenti, chiavi e carte di credito: oltre 3.500 persone, in Svezia, hanno inserito sottopelle un dispositivo contactless: un microchip che utilizzano per pagare la spesa, le bollette e aprire la porta di casa.
A dichiararlo è il sito britannico The Conversation. Ebbene, quella che sembra la trama del prossimo film di fantascienza è diventata realtà per la nazione che non ha mai nascosto il suo amore incondizionato per la tecnologia. Negli ultimi anni, infatti, il governo svedese ha investito molto in infrastrutture tecnologiche e ha esteso il campo di applicabilità ai servizi digitali.
L’economia della Svezia è principalmente basata sull’esportazione digitale e società di rilievo, come Spotify, devono i natali alla penisola. Tuttavia, è lecito porsi una domanda: è solo la comune tendenza svedese di sostenere la filosofia del digital first ad aver portato così tante persone ad intervenire sul proprio corpo? La risposta è no.
Tra le nicchie dello scenario culturale svedese, infatti, spuntano i biohacker.
Per questi biologi, spesso dilettanti, il potenziale positivo della tecnologia si estende oltre i limiti che tutti conosciamo. Si tratta di hacker che scelgono di modificare qualsiasi materiale biologico in circolazione, incluso il corpo umano, con la pretesa di poter competere con l’intelligenza artificiale.
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