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Nanoparticelle trasporteranno farmaci e distruggeranno tumori
Redazione
15 anni fa
Lo scopo è quello di riuscire a rilasciare il farmaco solo sull'organo malato, evitando le cellule sane

Dal Dipartimento di Scienze Chimiche dell'Università di Cagliari arrivano le nanoparticelle che potrebbero aiutarci a combattere il tumore.Uno degli obiettivi di maggiore interesse della ricerca svolta in campo biomedico è riuscire ad indirizzare il farmaco solo sull'organo malato evitando che vengano sottoposte ad effetti dannosi le altre parti del corpo.Il lavoro svolto dal gruppo di Scienze chimiche, guidato da Anna Musinu, ha portato alla sintesi di particelle magnetiche (nanomagneti) che possono essere guidate dall'azione di un opportuno campo magnetico.Le nanoparticelle possono essere pensate come navicelle capaci di navigare nel flusso sanguigno e dirette da un unico comandante (il campo magnetico). Una delle loro possibili applicazioni è la somministrazione guidata del farmaco.Una volta "agganciato" il farmaco, le nanoparticelle possono essere guidate verso la zona colpita da tumore e, giunte nel punto desiderato, rilasciare il loro carico solo dove necessario. In questo modo il farmaco può agire in maniera puntuale senza recare danni ai tessuti sani circostanti.Inoltre per le nanoparticelle è in fase di studio un'altra importante applicazione biomedica: la distruzione di un tumore localizzato attraverso l'ipertermia. Le cellule cancerogene possono infatti essere soppresse innalzando la loro temperatura a 42.5 gradi e mantenendola tale per più di 30 minuti.Guidati sino all'esatto punto in cui si trova il tumore i nano magneti possono agganciare le cellule tumorali e, sotto l'azione di un campo magnetico variabile di intensità opportuna, essere costretti ad oscillare liberando calore fino al raggiungimento della temperatura critica per la sopravvivenza delle cellule tumorali. Il fenomeno descritto è lo stesso che caratterizza il principio di funzionamento del forno a microonde.Allo stato attuale il gruppo di ricerca si dedica alla preparazione delle nanoparticelle, cioè si occupa di sintetizzarle, di caratterizzarle valutando le loro proprietà strutturali e magnetiche, e di inglobarle nei liposomi, microsfere cave formate da uno o più doppi strati lipidici, ottenendo i magneto-liposomi.I liposomi sono considerati un ottimo strumento di somministrazione di farmaci grazie alla loro qualità di essere assorbibili da ogni cellula e di rilasciare il loro contenuto lentamente. I nano magneti devono essere di circa 20 nanometri e possono essere di ossido di ferro o di ferrite di cobalto.Gli sviluppi futuri di questa ricerca richiedono uno studio multidisciplinare che prevede per ora una collaborazione con gruppi di ricerca di Dipartimenti di Farmacia e Medicina. Una volta valutata la tossicità nelle cellule si pensa, infatti, di passare alla sperimentazione in vitro e sui ratti.Tiscali notizie

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