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Per far carriera bisogna essere psicopatici?
Redazione
10 anni fa
Sembrerebbe di sì, almeno secondo il ricercatore Robert Hare, esperto di psicologia criminale

Se vuoi far carriera dovresti essere, almeno un po', psicopatico. Questo quanto sostiene Robert Hare, ricercatore esperto di psicologia criminale, e riportato dal sito Focus.it. Lo stesso Hare ispirò il libro 'Psicopatici al potere', redatto dal giornalista, scrittore e sceneggiatore britannico Jon Ronson.

Per meglio comprendere l'affermazione di Hare, è doveroso dare la definizione di psicopatico. Una prima definizione presa da Treccani recita "Qualsiasi anomalia della personalità capace di indurre una sofferenza per l’individuo o disturbo per la società". Nello specifico - il termine è spesso abusato ed esteso a categorie che nello specifico non presentano psicopatia - si intende una persona avente disturbi legati all'empatia. In pratica - e qui si cela la chiave di Hare - lo psicopatico sarebbe perfettamente in grado di utilizzare qualunque mezzo a sua disposizione pur di affermarsi, senza riuscire a immedesimarsi nella gioia o nel dolore altrui.

Se il ricercatore definisce le persone di potere piscopatiche, non è perché queste sono dei serial killer. Certo, il serial killer presenta i tratti dello psicopatico, ma accentuati all'eccesso. Chi riveste ruoli di potere è invece più propenso a prendere decisioni vantaggiose per sé stesso, ma che di fatto potrebbero risultare dannose a livello sociale.

Sarebbe dunque il desiderio di potere e vittoria dell'individuo a portarlo a inganni e manipolazioni che gli consentono di raggiungere il ruolo agoniato. Ruolo che, senza alcuni tratti tipici dello psicopatico, difficilmente si raggiungerebbero.

Hare è convinto che i maggiori problemi legati a politica ed economia siano dovuti proprio al fatto che al potere salgono persone psicopatiche che, grazie al loro ruolo, sono in grado di creare danni anche incalcolabili: "I serial killer rovinano famiglie, mentre gli psicopatici ai vertici dell’economia, dell’industria e della politica rovinano società intere".

E' bene fare un'ulteriore precisazione a questo punto. Non è detto che chi sta al potere sia un criminale come sembrerebbe trasparire dalla dichiarazione di Hare sopra riportata. Ciò che allontana lo psicopatico dalla persona ritenuta 'normale' non è infatti l'atto criminale, che può non sussistere. Bensì la mancanza di determinate abilità come l'empatia, la capacità di provare rimorso e l'abilità di riconoscere le emozioni degli altri.

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