
Fino al 17 giugno 2018, il Museo d'arte della Svizzera italiana di Lugano rende omaggio al grande Maestro spagnolo con la mostra ͞Picasso. Uno sguardo differente͟, realizzata in collaborazione con il Musée national Picasso di Parigi. L'esposizione, a cura di Carmen Giménez - una delle massime esperte dell'artista - offre un punto di vista inedito sull'evoluzione del linguaggio espressivo di Pablo Picasso attraverso il suo rapporto tra il disegno e la scultura. Sappiamo che la produzione di Picasso è stata incredibile: nel corso della sua vita, l'artista non ha mai smesso di creare e ha realizzato un numero sorprendente di opere, fra le quali una moltitudine di disegni. Sono passati oramai 45 anni dalla scomparsa del Maestro, avvenuta l’8 aprile 1973 e si narra che quando morì, ormai novantunenne, Picasso tenesse ancora la matita in mano. Lo storico dell'arte Maurice Rheims, incaricato dalla Francia di catalogare i beni personali dell'artista alla sua morte, scoprì oltre 60'000 opere inedite. Fu come trovare un inatteso "Picasso in Picasso", altrettanto straordinario. Da allora, questa fortuita scoperta ha incentivato numerosi studiosi a tracciare percorsi inesplorati e a fare chiarezza sulla sua parabola artistica. Il percorso espositivo, al primo piano del LAC, si incentra, dunque, sulla sua immensa produzione di lavori su carta e sulla scultura. Le opere sono tutte concesse in prestito dal Musée national Picasso di Parigi che raccoglie da tempo la più completa collezione di lavori dell'artista.
Con 120 opere -105 disegni e 15 sculture- eseguite tra il 1905 e il 1967, la mostra di Lugano si dispiega attraverso un vasto arco cronologico e documenta ogni fase dell'evoluzione artistica di Picasso. La selezione offre una prospettiva inedita della sua creatività, gettando luce sul ruolo dell'artista nello sviluppo dell'arte del Ventesimo secolo, con particolare attenzione a lavori sconosciuti al grande pubblico e in grado di ampliare le convenzionali interpretazioni della sua opera. Come già scritto, nella mostra prevalgono i lavori su carta; sia perciò pronto chi, invece, pensa di vedere unicamente i lavori più ͞classici͟ della produzione del Maestro che, appunto, non saranno presenti in questa particolare circostanza. La produzione su carta è, infatti, strettamente legata al Picasso più intimo e nascosto: ritroviamo in questi lavori il percorso di preparazione, gli schizzi, che porteranno alla realizzazione delle sue grandi opere. Molti dei lavori fanno riferimento alle figure femminili, ai luoghi e alle circostanze che hanno segnato la vita di Picasso. Oltre ad avvicinare l'opera del grande Maestro spagnolo, attraverso di essa, la mostra permette di approfondire la sua straordinaria personalità.
Perché soffermarsi sulle opere su carta. Per lo spettatore è come entrare nell’atelier del Maestro per carpirne i segreti: la carta, infatti, rappresenta la prima fase di ogni creazione definitiva e sebbene Picasso sia senza dubbio l'artista più rappresentato della storia, paradossalmente è anche il più enigmatico. Nel cimentarsi con la carta Picasso si confronta liberamente con tecniche come il disegno, l'acquerello, il collage, il pastello, il gessetto, il carboncino e l'inchiostro. Attraverso le serie da lui create con questi procedimenti, si manifesta uno straordinario campionario di sottili variazioni, dalle quali affiora il fervore creativo che ne contraddistingue l'artista. La mostra si apre con la serie dedicata al cubismo analitico.
Nei disegni a inchiostro del 1910 è possibile apprezzare la rinnovata strutturazione della composizione declinata in una complessa sovrapposizione e giustapposizione dei piani. Il passaggio seguente, quello che porta alla fase sintetica del cubismo, è compiutamente rappresentato dai collages con tecnica mista. Dello stesso periodo altri notevoli esempi quali la corposa serie di guazzi. Nel 1919 Picasso inaugura il suo caratteristico "pluralismo simultaneo", creando opere espressive con una notevole varietà di stili. L'interesse del Maestro per la figura umana è documentato, inoltre, da una serie di studi di mani. Fra le più notevoli opere su carta presenti in mostra, ricordo con piacere lo straordinario guazzo ͞Minotaure blessé, cheval et personnages͟ del 1936 che preannuncia il celeberrimo ͞Guernica͟.
La scultura Accanto alla carta, troviamo le sculture: due delle tecniche privilegiate dall'artista, raramente messe in dialogo tra loro. Picasso sperimentò e ideò ininterrottamente tecniche nuove e nella scultura riuscì a superare il confine tra bidimensionalità e tridimensionalità. Ne sono un esempio i suoi ͞objets͟ creati applicando le tecniche del collage nelle tre dimensioni, o le creazioni di aste di ferro saldato, forme di "disegno nello spazio" che diedero inizio alla ricca corrente della scultura contemporanea (da Giacometti a Calder, da Julio González a David Smith). Il percorso produttivo di Picasso nella scultura va dalla disgregazione della forma classica, attraverso la genesi del
cubismo, del ͞collage-pliage͟, passando per la creazione dell'oggetto volatile, al tuttotondo, alle strutture filamentose, fino ad un certo gusto che si può definire addirittura Pop. Vale la pena di soffermarsi sul fil rouge proposto: le quindici importanti sculture in mostra offrono, infatti, un rilevante punto di vista articolato sulla sperimentazione plastica di Picasso. In apertura opere che, nella giustapposizione astratta di diversi materiali, richiamano l'estetica costruttivista; seguono i lavori degli anni Trenta, mentre la scultura in bronzo ͞La chèvre͟ realizzata nel 1950, viene interpretata come lo spirito di volontàdirinascita del dopoguerra. Chiudono l'esposizione ͞La chaise͟ del 1961, una rivisitazione della scultura in chiave cubista che intende essere un omaggio a uno dei padri dell'arte moderna Vincent Van Gogh, e, per concludere la bellissima piccola testa del 1962, in metallo dipinto policromo dall'accentuata scomposizione dei piani.
Uno sguardo sulla curatrice. La mostra è resa possibile grazie alla presenza di Carmen Giménez nel consiglio di Fondazione del MASI Lugano, alla sua autorevolezza e ai rapporti instaurati con il Musée national Picasso di Parigi. Personalità di grande spessore, Carmen Giménez è curatrice d’Arte del XX secolo presso il Guggenheim Museum di New York da oltre 25 anni. Tra l’altro, si è impegnata nel porre le basi per la sede del Guggenheim Museum in Spagna, favorendo la nascita del futuro istituto di Bilbao. Nel 1997 ha supervisionato la genesi e la realizzazione del Museo Picasso di Malaga, del quale è stata poi direttrice. È riconosciuta a livello internazionale per la qualità delle sue esposizioni. La mostra è accompagnata da un bellissimo catalogo delle edizioni Casagrande di Bellinzona, disponibile in due versioni, italiano e inglese, con contributi scientifici di Carmen Giménez e Francisco Calvo Serraller e immagini a colori di tutte le opere esposte.
Aymone PolettiFoto: David Cuciz
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