Cultura
Poco "politically correct". Scoppia la polemica sui libri di Roald Dahl
Redazione
2 anni fa
I libri dello scrittore, autore di romanzi come "Le streghe ", "Il GGG", "La fabbrica di cioccolato" sono stati rivisti e alcune parole o frasi sono state rimosse o riformulate perché elemento di derisione. Ticinonews ne ha parlato con il linguista Alessio Petralli.

Centinaia di parole contenute nei libri di Roald Dahl sono state cambiate o interamente rimosse. Il motivo? L’autore “aveva uno stile irriverente e nei suoi libri le caratteristiche morali o fisiche divenivano elemento di scherno”. Nel libro “Streghe”, ad esempio, la frase “non voglio parlar male delle donne. In genere sono adorabili. Ma tutte le streghe sono donne: questo è un fatto”, è stata interamente cancellata. Parole come “brutto” e “nero” scompaiono da altri volumi, “grasso” diventa “enorme” e così via. Ma cosa ne pensa un esperto di questa decisione della casa editrice? “Mi preoccupa moltissimo un’evoluzione del genere”, ha affermato a Ticinonews il linguista Alessio Petralli, “stiamo andando in una direzione davvero preoccupante”.

L’educazione alla lettura

“Ora viviamo in un’epoca digitale in cui le cose sono molto meno fissabili e fissate, possono scomparire molto più facilmente. Ma nei libri tutto è fissato a un momento dato ed è buona cosa perché poi bisogna anche vedere come la si pensava in passato. È un elemento molto utile per crescere tutti insieme. Una volta la lingua era diversa, si pensava differentemente e oggi vale forse la pena fare qualche riflessione su questo”, ha spiegato Petralli.

L’equilibrio del linguaggio

Il linguaggio "ha un sistema molto potente perché è economico. Se cerchiamo un equilibrio nella ridondanza, aggiungendo ad esempio ‘care studentesse e cari studenti’, ogni volta dobbiamo reduplicare, ricordandoci di mettere davanti il femminile. È faticoso e appesantisce. Potremmo dire che il maschile è sovra esclusivo e con ‘cari studenti’ intendo anche le donne. Altre volte, però, la situazione diventa più delicata. L’esempio è quello di un annuncio di lavoro, dove mettendo la desinenza maschile e quella femminile comunico che il lavoro è anche per una donna”.