Salute
Quando autismo e alto potenziale cognitivo si incontrano
© Maffi
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Redazione
3 mesi fa
Le difficoltà della diagnosi e della terapia in presenza di autismo in persone estremamente intelligenti sono state al centro di un convegno tenutosi negli scorsi giorni.

"Siamo sempre attenti agli aspetti clinici dell'autismo, ma solo adesso iniziamo a chiederci: 'Come sono fatte queste persone? Come è il loro quotidiano?'. Lo stare bene passa dalla conoscenza di sé e questo per una persona autistica, anche molto intelligente, non è una cosa ovvia". L'obiettivo finale, infatti, è il benessere della persona, come evidenzia Chiara Mangione, formatrice e divulgatrice nell'ambito dell'autismo. Negli scorsi giorni, Fondazione Ares e Filo di seta hanno organizzato a Lugano un evento per addetti ai lavori sui temi “autismo” e “alto potenziale cognitivo”.

Non a caso, di frequente le due cose sono giunte e questo può complicare una diagnosi di disturbo dello spettro autistico. "Più una persona è intelligente, più riesce a mascherare il suo eventuale autismo", spiega Cristina Motta, neuropsichiatra infantile all'AspergerLab Milano. "Osservando le persone attorno a sé, la persona autistica molto intelligente riesce a mascherare le sue difficoltà, per apparire il più possibile 'normale'".

Il "masking"

In gergo, si parla di "masking": se entro certi limiti è accettabile, a lungo andare il mascheramento del proprio autismo può risultare problematico, in particolare "drenante", precisa Motta. "Uscire e incontrare le persone non rilassa la persona autistica, che anzi deve sempre ragionare attivamente per interpretare i comportamenti degli altri e per adattare il proprio". Un'attenzione eccessiva che finisce per causare stress.

Sulle abilità e non sulle mancanze

Chi ha un disturbo dello spettro autistico non può limitarsi a reprimerlo e questo va considerato in un percorso terapico. Il rischio, commenta la psicologa e psicoterapeuta Elena Moioli (AspergerLab Milano), è quello di "proporre delle soluzioni che diano per scontate delle competenze che la persona autistica non ha. A volte conviene lavorare sulle abilità di cui l'autistico già dispone, invece di gettarlo in un'esposizione comportamentale che finisce per sovraccaricarlo". Lavorando sulle abilità, la persona autistica può acquisire sicurezza. È però fondamentale che la società riesca ad accantonare i propri stereotipi. "Può essere difficile capire la persona autistica nei suoi comportamenti ", conclude Chiara Mangione. "Io sono autistica e ritengo mio dovere farmi capire, ma vorrei tanto che anche gli altri si incuriosissero e comprendessero che ci sono dei modi diversi di funzionare".