
"L'insonnia nella cassetta nido". È con questo titolo che la Stazione ornitologica svizzera presenta il nuovo studio sulle conseguenze dell'inquinamento luminoso per i volatili. "In presenza di una forte luce", viene spiegato, "le cinciallegre sono più irrequiete e trascorrono meno tempo in cova durante la notte. La triste conseguenza è che si schiudono meno uova, dando luce a meno pulcini".
Lo studio
"Per studiare l’influenza dell’uomo sulla riproduzione degli uccelli, un nuovo studio a cui ha contribuito la Stazione ornitologica svizzera ha confrontato il tasso di schiuse delle cinciallegre che nidificano nei boschi con quelle che nidificano in città". I ricercatori, si legge in una nota, "hanno scoperto che si schiudono più uova quando le cinciallegre le riscaldano in maniera costante durante la notte. Ciò non sorprende, dato che temperature costanti sono essenziali per la sopravvivenza degli embrioni nelle uova".
Tra città e campagna
Lo studio ha riscontrato inoltre "una forte differenza tra il bosco e la città: in quest’ultima si è schiuso un numero significativamente inferiore di uova. Il motivo più probabile è l’inquinamento luminoso. Le cinciallegre nidificanti in città infatti erano tanto più agitate durante la notte quanto maggiormente erano illuminati i loro nidi. Di conseguenza, mantenevano al calore le uova in modo più discontinuo". Questi risultati, scrive la Stazione ornitologica svizzera, "fanno riflettere, perché anche uccelli comuni e ben adattati in ambienti urbani, come la cinciallegra, possono essere disturbati dalla luce artificiale notturna. Ciò rende ancora più importante preservare i luoghi bui per sostenere anche gli animali notturni e meno adattabili, come gufi e pipistrelli".
Le altre conseguenze dell'inquinamento luminoso
L’inquinamento luminoso per l’avifauna è dannoso anche per altri aspetti. "In primavera, per esempio, gli uccelli migratori tornano dalle zone di svernamento e si orientano anche in base alle stelle, dipendendo quindi da un cielo notturno stellato durante il loro viaggio. Soprattutto nelle notti con nebbia o nuvole fitte, l’inquinamento luminoso può offuscare il loro senso dell’orientamento. L’espressione 'diversi come il giorno e la notte' sta effettivamente diventando sempre meno vera al giorno d’oggi. Per ridurre l’inquinamento luminoso, la luce dovrebbe quindi essere utilizzata solo dove e qualora sia veramente necessaria".
Come ridurlo
Ma come ridurre quindi l'inquinamento luminoso? "La priorità assoluta", viene sottolineato, "è evitare la luce dove non è realmente necessaria. Gli spazi esterni non dovrebbero mai essere completamente illuminati se non assolutamente necessario. Se la luce è indispensabile, spesso si può ridurne l’intensità. L’inquinamento luminoso può anche essere ridotto se, ad esempio, la luce viene attenuata durante una parte della notte o viene accesa solo quando necessario (rilevatori di movimento). Un altro elemento da considerare è la conformazione delle lampade. La luce emessa orizzontalmente ha un elevato effetto a lunga distanza e quindi un impatto enorme su insetti e uccelli. Inoltre, molta energia viene sprecata e l’effetto desiderato viene perso perché le sorgenti luminose non sono o sono troppo poco focalizzate dove la luce è effettivamente necessaria. Dal punto di vista della protezione dell’ambiente e della natura, si raccomandano quindi le cosiddette lampade 'full-cut-off', che non emettono luce oltre l’orizzontale".