La Guardia di Finanza italiana negli scorsi giorni ha sequestrato dieci canali Telegram attraverso i quali era possibile acquistare Green Pass e vaccini falsi. Centotrenta euro per il primo, centocinquantacinque per il secondo (o ventimila per 800 fiale). Intervistato da Teleticino, il colonnello Gianluca Berruti, Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della Guardia di Finanza, ha spiegato come si trattasse di contraffazioni “grossolane” e se a nessuno probabilmente verrebbe in mente di acquistare un vaccino falso, potersi garantire un Green Pass a pochi giorni dalle vacanze potrebbe ingolosire qualcuno. Il rischio, però, è che il falso acquistato sul web non funzioni o, come spiega Berruti, possa essere utile forse solo per entrare in un locale o per usi estemporanei, dove i controlli non sono puntuali come dovrebbero.
Offerti anche in Svizzera
Su questi canali, i venditori di falsi certificati si rivolgevano anche a clientela straniera. “Purtroppo il web non ha confini”, ha spiegato Berruti, “il fatto che loro si proponessero di inviarli anche in Svizzera, piuttosto che negli Stati Uniti o nel Regno Unito, suggerisce che l’idea fosse di intercettare un traffico di persone europee o comunque interessate a circolare in Europa. È gente senza scrupoli che cerca di arricchirsi sull’emergenza epidemiologica basandosi sulla paura di tutti”. Da parte sua, invece, la Polizia cantonale ha spiegato che in Ticino non sono stati segnalati casi.
Un processo molto sicuro
Secondo Alessandro Trivilini, dell’Istituto di informatica forense della Supsi, non è escluso che si riesca a ingannare i lettori QR che vengono utilizzati per il controllo dei certificati di vaccinazione, soprattutto in presenza di personale non preparato al suo utilizzo. La procedura sviluppata in Svizzera, però, è da ritenersi molto sicura, sarà quindi decisamente difficile ingannarla. Anche volendo, quindi, sembra inutile cercare di aggirare il sistema.
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