Nell’universo narrativo della light novel giapponese Sword Art Online, il 6 novembre 2022 i giocatori che indossano il visore di realtà virtuale NerveGear vengono intrappolati da uno scienziato in un gioco mortale: se i loro punti di vita scendono a zero, il loro cervello viene bombardato da microonde capaci di uccidere il giocatore. Ma qui stiamo parlando della mera immaginazione di Reki Kawahara, l’autore della saga. A volte, tuttavia, la nostra mente ci spinge a rompere i muri che separano la fantasia dalla realtà, proprio come il fondatore di Oculus VR Palmer Luckey. L’imprenditore statunitense avrebbe infatti inventato un casco per la “realtà mortale” che ha lo stesso principio di quello della saga, con la sola differenza di avere cariche esplosive al posto delle potenti microonde.
Un game over reale
Dopo aver lasciato Facebook nel 2017, Luckey si è chinato su un progetto alquanto particolare, e sembrerebbe anche pericoloso. Il 6 novembre di quest’anno, data scelta non a caso, l’imprenditore ha presentato la sua versione di NerveGear come omaggio a Sword Art Online, nel frattempo diventato anime, manga e videogioco. Tuttavia, Luckey non è riuscito a ricreare la mortalità tramite microonde, sostituite quindi con tre cariche esplosive che normalmente vengono impiegate in altri suoi progetti. Le tre cariche sono connesse a un fotosensore in banda stretta capace di riconoscere una determinata frequenza di rosso emessa dallo schermo. Quando l’appropriata schermata di game over appare, le cariche si attivano, distruggendo istantaneamente il cervello dell’utente.
Il motivi dell’invenzione
Luckey, si legge su DDay, ha detto di aver voluto creare qualcosa di simile al NerveGear perché “l'idea di legare la propria vita reale al proprio avatar virtuale mi ha sempre affascinato: si alza immediatamente la posta in gioco al massimo livello e si costringono le persone a ripensare radicalmente il modo in cui interagiscono con il mondo virtuale e i giocatori al suo interno”. Nonostante la sua sfrenata passione, lui stesso ha però ammesso di non aver avuto il coraggio di indossare il casco, anche perché potrebbero esistere dei guasti che potrebbero uccidere l’utente nel momento sbagliato.
Non un gioco, ma un pezzo d’arte
Nel caso vi foste chiesti quale pazzo potrebbe mai tentare la sorte con un semplice videogioco, la risposta (al momento) è nessuno. L’invenzione di Luckey è infatti “un pezzo d’arte da ufficio, un promemoria che fa riflettere sulle strade inesplorate del game design”. Insomma, nessun pericolo in vista.