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Finalmente è arrivato il momento di iniziare a metabolizzare le canzoni. C’è la possibilità di dare uno sguardo d’insieme al Festival e di cominciare a farsi un’opinione. Per ora (non mettiamo limiti al possibile evolversi o involversi delle situazioni) non si registrano eventi straordinari.
Pare che dietro le quinte, i cantanti continuino a cadere. Si è parlato di un video “tarocco” del Papa, ma Carlo Conti ha giurato che si tratta di originale, inviatogli a seguito di una lettera personale scritta al Pontefice. Questo alone di santità un effetto l’ha comunque prodotto: per le strade di Sanremo sta circolando uno strano personaggio vestito da Papa.
Sappiamo che Carlo Conti mangia un monastico piatto di spaghetti, senza aglio, prima di andare in onda e abbiamo ormai perso la speranza di imbatterci nella canzone che non dimenticheremo.
Un’analisi depurata dal gusto soggettivo porta a dire che Giorgia è senza dubbio la migliore. Vocalmente è la Varenne dei cantanti: vince di lunghezza e non di misura.
Stranamente non si fanno pronostici. Si ha l’impressione che, per questa edizione del Festival, non valga il solito detto “entri Papa ed esci Cardinale”.
Rispetto agli scorsi anni, è cambiato il modo di conteggiare i voti: tutti i cantanti si porteranno in dote i voti raccolti dalla Sala Stampa, dalle radio, dal voto popolare. Sabato i cinque artisti che avranno totalizzato il numero più alto di voti si giocheranno la finale, senza bisogno di azzerare il punteggio e di ripartire da zero.
Una partita aperta con buona parte delle carte ancora da giocare.
Si resta in attesa che qualcosa succeda.
Patty Speroni da Sanremo