Associazione ospedali di valle
50 franchi per le “bagatelle” non sono la soluzione!
©Gabriele Putzu
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Redazione
19 ore fa
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In una recente notizia pubblicata su La Regione del 6 febbraio 2025 apprendiamo con stupore che il Consiglio di Stato ticinese appoggia l’idea, scaturita da un’iniziativa parlamentare federale depositata nel 2017, di introdurre nei reparti di Pronto/Primo soccorso una tassa di 50 franchi per i “casi bagatella” – cioè a chi si presenta senza una vera urgenza, e soprattutto senza preavviso scritto di un medico, farmacista o di un servizio di telemedicina. Esclusi bambini e giovani fino a 18 anni e donne incinte.

La tassa, pensata per rendere i pazienti più consapevoli, per ridurre la pressione sui reparti di Pronto/Primo soccorso e per contenere l’evoluzione dei costi sanitari, purtroppo presenta dei problemi tali da renderla inutile, pericolosa e del tutto inapplicabile. Sorprende che il Consiglio di Stato elenchi i problemi uno per uno, senza giungere all’unica conclusione possibile: questa tassa non s’ha da introdurre perché dannosa per la salute pubblica. Quante persone nel dubbio rinuncerebbero alla visita medica d’urgenza, che però potrebbe essere provvidenziale, ad esempio in caso di ictus o infarto? Quante persone, proprio in questi casi, perderebbero minuti preziosi alla ricerca di una preiscrizione per potersi recare al Pronto/Primo soccorso? E cosa farebbero di notte? Quante persone vulnerabili, in situazioni di disagio sociale, senza medico di famiglia verrebbero esclusi dalla possibilità di farsi vedere da un medico?

“Il medico di famiglia ha da sempre rappresentato il primo interlocutore per la fruizione di cure mediche, una prassi che si è dimostrata del tutto valida” si legge nel testo dell’iniziativa. Parole giuste, se non fosse che i medici di famiglia oggi scarseggiano, in particolare nelle valli. Questa nuova imposizione raddoppierebbe la difficoltà e prolungherebbe il tempo d’attesa prima di ottenere un sollievo fisico e morale; questo passaggio obbligatorio e questa tassa aggiuntiva potrebbero facilmente portare alla rinuncia della visita. E la conseguente trascuratezza sanitaria sarebbe pericolosa. Un’apparente bagatella potrebbe tramutarsi in un problema assai più grave: dove sta allora la reale emergenza?

L’Associazione per gli ospedali di valle ritiene che il servizio di Pronto/Primo soccorso debba rimanere accessibile senza sovrattasse per qualsiasi bisogno sanitario a tutta la popolazione. Tuttavia, ritiene indispensabile un’informazione chiara, semplice e completa, da parte del Cantone, delle strutture e degli specialisti sanitari, sui comportamenti che i/le pazienti devono assumere a seconda dello stato di salute e dei sintomi, alfine di ottenere una maggior alfabetizzazione sanitaria. Investire in questo campo, impone una formazione del personale addetto e la formazione di un maggior numero di medici di famiglia: così si aiuterebbe a ridurre la pressione sui reparti di Pronto/Primo soccorso, ma senza mettere a repentaglio la salute della popolazione.

 

Associazione per gli ospedali di valle - Gina La Mantia e Giuliana Colombini

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