
Ho letto con grande interesse l’articolo di Chiara De Carli concernente «l’inspiegabile» fenomeno dell’acqua nerastra del Lido di Agno, pubblicato il 28 febbraio scorso su Tio.ch. Grande interesse in quanto tre giorni prima trovandomi per caso in zona Molinazzo, ho visto come un superbo cigno arrivato poc'anzi a riva, cercava con grandi sforzi di liberarsi le zampe dal fondolago. Incuriosito, mi sono recato nel punto in questione e ho notato come lungo tutto l’argine vi é uno strato di fogliame, melma e rifiuti vari dello spessore di almeno 20-30 cm., dal cui si levano miriadi di bolle e bollicine d'aria. Non sono un’esperto, ma invece di reinventare la ruota (farei) togliere lo sporco dal lago e per evitare straripamenti in caso di piene, (farei) anche asportare le barriere di sabbia e ghiaia che si sono formate nei pressi della foce. Quanto sopra a favore di una futura e salubre miscelazione delle acque fresche del Vedeggio con quelle stagnanti del golfo, o detto altrimenti «catà do moscc con un culp sol» …
Flavio Laffranchi
Losone