
Possiamo girarla come vogliamo, ma la realtà è semplice: ci stanno togliendo un altro pezzo di pane dalla bocca. I numeri parlano chiaro. Secondo il Corriere del Ticino del 21 marzo 2025 (“Franchigia minima, maneggiare con cura” di Giovanni Galli), saranno 3,5 milioni le persone toccate dall’aumento della franchigia minima da CHF 300 a CHF 500. Questo significa che le casse malati incasseranno complessivamente CHF 700 milioni in più. Per rendere concretamente l’idea di cosa significhi questa misura, basta un semplice calcolo. Questa mattina ho consultato il sito di un noto distributore svizzero per verificare il prezzo attuale del pane: il “pane ticinese” costa CHF 6 al chilogrammo. Tradotto in termini reali, questo provvedimento equivale a sottrarre circa 116 tonnellate di pane alla popolazione colpita. Su base individuale, significa oltre 33 kg di pane in meno all’anno per ogni persona coinvolta. Un dato impressionante. Vi ricordate che il 24 novembre 2024 ci siamo espressi sulla modifica del finanziamento uniforme delle prestazioni dell’assicurazione malattia (LAMal)? Tutti i partiti l’hanno sostenuta con forza, assicurando che avrebbe contribuito a contenere i costi della salute. Ebbene, quella riforma non è ancora entrata in vigore e già ci troviamo di fronte a una misura che ci penalizza, senza nemmeno attendere di valutarne gli effetti. In poche parole, ci stanno togliendo soldi dalle tasche ancor prima di capire quali saranno le conseguenze della riforma approvata. E chi dobbiamo ringraziare per questo? Innanzitutto l’UDC, promotrice della misura, che ancora una volta ci mostra il vero significato del loro motto “prima i nostri”. Poi tutti gli altri deputati alle Camere federali che hanno sostenuto l’aumento della franchigia minima, indifferenti alla riduzione del nostro potere d’acquisto, già sotto pressione a causa dell’esplosione del costo della vita degli ultimi anni.
Lorenzo Onderka - Già candidato per Avanti con Ticino&Lavoro