Nel 1969 il Ticino fu tra i primi cantoni ad accordare il diritto di voto alle donne, in anticipo di due anni rispetto alla politica federale. Per festeggiare questo importante anniversario, e in vista anche delle elezioni cantonali e federali del 2019, lo scorso 8 ottobre si è tenuta la Conferenza stampa della Commissione consultiva per le pari opportunità fra i sessi che ha lanciato la Campagna per i 50 anni dall’introduzione del suffragio femminile in Ticino. Lo scopo di questa campagna è di sensibilizzare la società, specialmente le nuove generazioni, alla tematica delle pari opportunità fra i sessi.
Da quasi cinque decenni le donne ticinesi hanno ottenuto il diritto di voto e in questi anni molti passi avanti nell’ambito delle pari opportunità sono stati fatti: basti pensare al raggiungimento dei pari diritti nel campo della formazione o all’aumento della quota di uomini che compiono lavori domestici. Malgrado ciò, come riporta l’opuscolo Le cifre della parità (Edizione 2018), la disparità di trattamento per le donne persiste ancora a livello salariale, per quanto concerne l’accesso a ruoli di responsabilità e dirigenziali, nella rapppresentanza a livello di istituzioni politiche, e così via. Proprio riguardo a quest’ultimo settore – concernente le donne attive in politica – le cifre dimostrano che la rappresentanza femminile a livello ticinese è pari al 15% nei Municipi, al 29% nei Consigli comunali, al 27% nel Parlamento e al 20% per quanto concerne la Deputazione ticinese alle camere federali, considerando pure che attualmente il Governo ticinese ha perso la sua unica rappresentante femminile. Per quanto riguarda il PPD, insieme al PLR, siamo tra i Partiti con le percentuali di donne più basse a livello cantonale. Una situazione che fa riflettere.
Oggigiorno la donna deve ricoprire un importante ruolo multiplo: far conciliare il nucleo famigliare con quello professionale e, a volte, anche politco. Ed è proprio sul tema conciliabilità tra sfera professionale e familiare che si misurano le differenze più marcate fra uomo e donna. Ma come è possibile migliorare la situazione attuale? Come è possibile coinvolgere un maggior numero di donne che si mettano a disposizone per la cosa pubblica? Innanzitutto un intervento mirato della politica, delle istituzioni e dell’economia in campo familiare può dare una mano (p. es. congedo parentale, aumento degli asili nido, ecc.), come pure una maggiore sensibilità generale rispetto al tema. Dall’altra parte, deve esserci un lavoro e un impegno che parte dalla donna stessa. Una volontà personale di osare, rischiare, mettersi in gioco e cercara di ottenere gli stessi risultati dei colleghi maschi. Perché non si tratta di fare meglio o peggio perché uomo o donna, di dare spazio a una persona solo per rispettare le quote rosa, ma riguarda il fatto di meritarsi un ruolo, una carica, un salario migliore per una questione di meritocrazia.
Da giovane donna attiva in politica mi sento di portare la mia esperienza e sensazione personale: viviamo in una società, in un’era dove le discriminazioni ci sono ancora ma hanno cambiato forma. Personalmente non mi sento discriminata, svalutata o messa da parte perché donna. Anzi, all’interno del movimento giovanile del PPD ho l’onore di ricoprire la carica di Vice Presidente, di far parte del Comitato cantonale dal 2014 e in questi annni di aver avuto anche l’occasione di diventare Co-Presidente assieme al collega Umberto Gatti. Come è stato possibile tutto questo? Oltre che essere supportata da un gruppo compatto e coeso, che guarda al di là delle differenze di genere, ho avuto e ho ancora tutt’ora tanta forza di volontà. Ma non mi aspetto un premio per questo, avrei solo il desiderio di poter condividere più spesso il mio pensiero con altre giovani donne, condividere la nostra sensibilità più marcata in certi temi rispetto agli uomini, far fronte comune su altri. Quindi il mio invito alla società in generale è quello di non immobilizzarsi di fronte ai risultati positivi in questo ambito ma di continuare questo processo evolutivo che deve portare alla parità di genere ovunque.
L’invito rivolto alle giovani leve donne – ma anche uomini – invece è quello di partecipare, di buttarsi e di non avere paura. Solo così si avrà la possibilità di scoprire un mondo arricchente e soddisfacente come quello della politica giovanile.
Caterina CalzasciaVice Presidente GG Ticino e Consigliera comunale
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