Decido di narrare a mio figlio di cinque anni, abituato ad ascoltare storie, la fiaba di Barbablù (1697) che troviamo nei Racconti di mamma Oca di Charles Perrault. Mentre racconto, disegno personaggi e luoghi. La storia, molto conosciuta, è quella del temibile Barbablù, ricchissimo signore, che per via del singolare colore della sua barba e del mistero che avvolge la fine delle precedenti mogli fa scappare tutte le ragazze. Grazie ai suoi modi galanti e a feste e divertimenti d’ogni tipo, gli riesce infine di convincere la figlia maggiore della vicina a sposarlo. Dopo il matrimonio l’uomo deve assentarsi per affari, allora lascia le chiavi di tutte le stanze della sua reggia alla donna: può aprire tutte le porte tranne una. Se dovesse trasgredire il divieto, le conseguenze per lei sarebbero terribili.Il bambino ascolta la fiaba e osserva i dettagli fino a questa scena, quando gli chiedo di decidere cosa si cela dietro alle diverse porte che aprono le stanze non proibite: in una il bimbo immagina un magazzino di attrezzi (anche magici), in un’altra c’è del cibo, in una terza troviamo degli elicotteri. In particolare, nella camera – hangar troviamo anche un elicottero della REGA per il quale il nostro piccolo lettore nutre un forte interesse.Nel frattempo mi chiede cosa si nasconde dietro la porta proibita. Rilancio la domanda.Adulto: Secondo te?Bambino: Fai il disegno di lei che entra!Adulto: Devo fare il disegno della moglie che entra? O sei tu che entri?Bambino: NO! È lei che entra. Nel disegno.Adulto: Ah, lei, non tu. E cosa ci sarà, dentro?Bambino: Dentro, c’è dentro un… un… un segreto.Adulto: Allora disegniamo la porta. C’è lei che apre?Bambino: Sì.Adulto: Non resiste alla tentazione.Bambino: No.Scatta la curiosità, una spinta irresistibile a voler scoprire. Sapendo che le conseguenze saranno terribili, il bambino vuole scoprire giocando, senza entrare come personaggio nella storia, nel disegno. Mentre disegno la moglie di Barbablù che apre la porta, sale la tensione e l’interesse. Chiedo al bambino se non vuole tornare indietro e finirla lì. Ovviamente vuole continuare:Bambino: Io voglio andare avanti davvero… È lei che entra.Adulto: Non posso disegnarti qui, fuori dalla porta?Bambino: NO!Si apre la porta e scopriamo le mogli uccise da Barbablù (ne disegno due). Prendo il rosso e disegno il sangue.Bambino: Ma a me non mi fa neanche un po’ paura!Adulto: Sì, però è uno schifo. È tutto sangue, qui dentro! Ma sarà vero?Bambino: Sì. È vero.Adulto: E cosa fa adesso lei? Dove va? Adesso che ha visto cosa c’è nella stanza?Bambino: Va a chiamare la REGA (Soccorso Aereo)…Adulto: Cosa fa REGA?Bambino: Prende la barella e … dentro l’hangar, qua, c’è la REGA, dentro.Adulto: Sì, ma la REGA salva la donna? Cosa vuoi fare? Salvare la donna?Bambino: Le salviamo, le donne.Adulto: Salviamo le donne? Tutte? Ok.Bambino: Tutte le due donne… E fai tu il disegno dell’elicottero della REGA.
La ricerca di una variante narrativa all’inferno, trovata dal bambino che recupera dal proprio vissuto e dai propri interessi delle strategie per risolvere la situazione, è molto significativa. Dietro alle porte ci può essere l’inferno, ma l’apertura della porta offre anche l’opportunità di pensare e strumenti per immaginare soluzioni.Aldilà dell’esperienza qui testimoniata, credo che i bambini, gli allievi, i ragazzi abbiano bisogno di essere formati come persone. E oltre alla famiglia c’è la scuola, che gioca un ruolo fondamentale nell’educazione dei giovani. I docenti lo sanno bene: la letteratura non è neutra, a volte mina il potere, cerca varianti, ci aiuta a sostare nel conflitto, forma le persone a scoprire i significati della libertà, scioglie le gabbie, spaventa chi vorrebbe una scuola che si limiti a istruire futuri cittadini pronti a eseguire i compiti, senza pensare troppo.ARTICOLO COMPLETO CON APPROFONDIMENTI PUBBLICATO NEL SITO DELL’EDITORE LOESCHER
Daniele Dell’AgnolaAutore, docente SUPSI, esperto per l’insegnamento dell’italiano nella scuola dell’obbligo
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