Siamo giunti alle battute finali, come si suol dire “ad urne già aperte”. L’esperienza insegna che sarebbe opportuno aspettare l’esito ma siccome si esterna ancora, mi concedo una licenza. Intanto lasciatemi ricordare che quanto andiamo a votare sull’uso proprio, per intenderci il bisogno personale, è frutto di un atto parlamentare presentato una decina di anni orsono a nome e per conto del PLR, che ovviamente condividiamo e che riguarda un numero molto limitato di casi.
In pratica solo quanto già affittato da chi lo vuole vendere. Va sempre ricordato che chi invoca l’uso proprio dovrà dimostrarlo non solo se messo alle strette e che chi vende verrà chiamato a risarcire il disagio. Ci penseranno poi gli avvocati!
L’altro argomento è quello della sublocazione che da quanto ci risulta non è ben vista né dalle città, né dagli enti pubblici e neppure dalle cooperative. Per dirla tutta, per le disponibilità considerate come alloggi sociali, la sublocazione è proibita, ed è concessa solo in casi eccezionali. Ed è giusto che sia così visto che queste disponibilità sono state rese possibili grazie ai contribuenti!
Chi lucra con la sublocazione, sempre che poi dichiari, frega il contribuente che ha finanziato la disponibilità e chi si è messo in fila. Per il resto, quello che possiamo definire come mercato libero, si dovrebbe chiedere il permesso ma troppi dimenticano di farlo per negligenza o per convenienza. Quindi la soluzione più logica che si obblighi di chiederlo nella forma scritta.
Invito quindi a sostenere quanto approvato dalle istituzioni.
Gianluigi Piazzini, Presidente Cantonale della CATEF