Piergiuseppe Vescovi
Gestione della spesa pubblica: l'impasse cronica dell'azione politica
Piergiuseppe Vescovi
Piergiuseppe Vescovi
Redazione
18 ore fa
Il presente contributo è l’opinione personale di chi lo ha redatto e non impegna la linea editoriale di Ticinonews.ch.

La profonda inefficienza della nostra amministrazione cantonale salta all’occhio già da un semplice confronto con la spesa dei Cantoni vicini, non certo alle prese con contesti territoriali più facili da gestire. Parliamo quindi della preoccupante crescita della spesa dello Stato e dell'urgenza di rivederne radicalmente il funzionamento.  L'attuale prassi di budget si basa sostanzialmente sulle spese dell’anno in corso che vengono adeguate all'inflazione. Questo causa un aumento incontrollato dei costi ed è fonte di sprechi. Ogni spesa dovrebbe una volta per tutte essere giustificata e approvata da zero, senza vincoli dal passato. Ma i nostri politici sono ormai ostaggio di un'élite di dirigenti autoreferenziale, spesso più interessata a salvaguardare i propri privilegi che attenta alle vere necessità di privati e aziende. Il risultato è che il cittadino si trova sempre più soffocato da procedure burocratiche costose, che riducono il suo reddito disponibile, mentre mancano risorse per potenziare l'attrattività e la competitività del nostro Cantone, ancora tra gli ultimi. È quindi ora di rivedere a fondo la gestione della spesa pubblica. I tagli lineari sono soluzioni temporanee che non risolvono i problemi strutturali, penalizzando i servizi già carenti e lasciando intatti quelli con risorse abbondanti. Per correggere queste distorsioni è necessaria un'analisi oggettiva e approfondita, utilizzando un approccio di Budget a Base Zero, un sistema di pianificazione sviluppato dagli economisti negli anni '70. Questo potrebbe sostanzialmente articolarsi sulle seguenti fasi

  1. Valutazione degli obiettivi, funzioni e compiti di ogni servizio amministrativo in conformità con le leggi, tramite un'analisi critica e il coinvolgimento del personale per raccogliere informazioni e identificare le criticità.
  2. Ripensare completamente il funzionamento di ogni area per raggiungere gli obiettivi in modo più efficiente, superando le attuali strutture dipartimentali e gerarchiche e sfruttando le nuove tecnologie disponibili.
  3. Fra le possibili opzioni che ne scaturiranno, scegliere la più vantaggiosa in base al rapporto costi-benefici e definire le risorse necessarie in termini di personale, tecnologia e formazione.
  4. La fase di implementazione dovrà necessariamente essere graduale, definendo le priorità per garantire continuità ai servizi e ridurre l'impatto finanziario. Si inizierà naturalmente dai comparti meno efficienti.

È necessaria una programmazione a medio/lungo termine del processo per gestire la transizione e il riorientamento delle risorse, con responsabilità chiare e monitoraggio costante. Ciò permetterà di apportare aggiustamenti graduali fino al completamento della ristrutturazione. Questo processo consentirà di ridurre il personale in modo mirato ed efficiente, sfruttando pensionamenti e riposizionamenti, senza ricorrere a misure drastiche, tutelando così i funzionari meritevoli. Speriamo che, di fronte alla crescita dei costi che colpisce duramente il ceto medio, la politica agisca finalmente in modo concreto e razionale. È l'unica opzione per riorganizzare l'apparato statale in modo snello, moderno, efficiente e sostenibile.

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