Non passa praticamente settimana senza che il PSE faccia discutere. O meglio senza che il gruppo affaristico privato HRS con il suo ormai totale controllo sulle scelte progettuali, esecutive e finanziarie non decida nuovi e pesanti stravolgimenti del progetto originario votato dalle cittadine e dai cittadini di Lugano. Con la più classica tattica delle “fette di salame”, HRS ha apportato cambiamenti decisivi a livello architettonico, urbanistico e paesaggistico, prevaricando leggi e regolamenti, in particolare il Piano Regolatore intercomunale Nuovo Quartiere Cornaredo (PR-NQC), il quale risulta oggi ampiamente amputato. Se il gruppo HRS può agire indisturbato è perché le principali istituzioni politiche, Municipio di Lugano e Consiglio di Stato, fanno di tutto per assecondarne gli interessi, favorendo e coprendo tutte le irregolarità necessarie per realizzarli. Il Consiglio comunale di Lugano, invece, ha deciso – ad ampia maggioranza – di abdicare al suo ruolo di controllore politico sul tema del PSE. Gli ultimi avvenimenti lo confermano ampiamente.
HRS oscura parzialmente anche i fronti trasparenti dell’Arena Sportiva
Il 28 ottobre è stata depositata una nuova variante esecutiva delle facciate dell’Arena Sportiva (stadio). In maniera stringata, la domanda prevede la copertura parziale di buona parte delle facciate trasparenti anche dell’Arena Sportiva. Dopo la trasformazione del Palazzetto dello Sport da costruzione trasparente in un sarcofago senza più luce naturale, adesso tocca anche allo stadio subire un importante stravolgimento in questo senso. Ormai sette fronti su otto dei due contenuti sportivi del PSE, l’Arena sportiva e il Palazzetto, sono totalmente o parzialmente chiusi, a detrimento della trasparenza che era un aspetto centrale dell’insieme progettuale. Specialmente è stata otturata la quasi totalità dei fronti che si affacciano verso i camminamenti pedonali del nuovo Piano di quartiere. Per quanto riguarda l’Arena sportiva, la modifica in oggetto concerne la chiusura di circa ulteriori 202 metri lineari di vetrate per un’altezza di 3 metri. In particolare vengono chiuse le seguenti vetrate al piano terreno (per un’altezza di 3 m) per un totale approssimativo di 606 metri quadrati: circa 91 metri lineari nel fronte nord in corrispondenza del percorso pedonale est/ovest; circa 88 nel fronte sud orientato verso la Città e il nuovo asse urbano di Via Stadio e circa altri 23 nel fronte ovest in corrispondenza del percorso pedonale nord/sud.
Dei profondi cambiamenti che invalidano il Piano Regolatore intercomunale Nuovo Quartiere Cornaredo (PR-NQC)
Ovviamente non si tratta degli ormai classici “badaracchiani” affinamenti, altrimenti non sarebbe stato necessario inoltrare anche questa nuova domanda di costruzione. In realtà, abbiamo a che fare con stravolgimenti di fondo, altamente peggiorativi, che vanno a impattare violentemente pure con il PR-NQC, depotenziandolo in maniera grave. Con la chiusura di ulteriori facciate, prima nella variante del Palazzetto dello Sport e ora nella Variante dell’Arena Sportiva, viene a cadere il concetto di permeabilità fra gli spazi e i contenuti pubblici alla base del Piano di quartiere e viene negato l’aspetto generale dell’edificio che non è solamente dettato dalla volumetria ma anche dalla sua realizzazione materiale. L’art. 1 della Legge sullo sviluppo territoriale (LST) sancisce l’importanza di raggiungere soluzioni coordinate che integrino insediamenti, mobilità e ambiente così come la valorizzazione del paesaggio quale bene comune. Il Piano di Quartiere, come definito nell’art. 54 della medesima legge, è un progetto planivolumetrico inteso a concretizzare gli obiettivi di qualità paesaggistica, architettonica e urbanistica fissati dal piano regolatore. All’art. 104 della LST si prescrive che le costruzioni devono inserirsi nel paesaggio in maniera ordinata e armoniosa. Obiettivo del Piano di quartiere è la realizzazione di progetti di qualità dove “forme e materiali” sono inscindibili l’uno dall’altro. Difatti, le “forme”, anche se corrette come inserimento, se di una materialità ed espressione scadente snatureranno il paesaggio generando un cambiamento negativo. Il progetto di variante delle facciate dell’Arena sportiva in esame, congiuntamente alla variante del Palazzetto dello Sport del gennaio 2023, snatura le relazioni nel paesaggio e in questo contravviene in modo grave e vistoso all’art. 102 LST che impone che anche il paesaggio cantonale vada rispettato, tutelato e valorizzato. In particolare, ne deve essere garantita la varietà, la qualità ed il carattere. La Commissione del paesaggio aveva già confermato, nel suo rapporto del 3 maggio 2024 in relazione alla variante del Palazzetto dello sporto, lo snaturamento delle relazioni nel paesaggio e il mancato rispetto della sua tutela e valorizzazione. Da qui la sua decisione di bocciare la domanda di costruzione. Sulla base della nuova domanda depositata, HRS afferma addirittura che non è più la trasparenza (vetrate) a determinare il corretto inserimento nel territorio del PSE, quando invece questo principio era ed è un caposaldo del PR-NQC approvato dalle autorità. Le specifiche caratteristiche di “trasparenza” e “trasversalità” e “leggerezza” del PSE sono enunciate chiaramente in tutte le Relazioni tecniche d’accompagnamento delle procedure di Piano di Quartiere inoltrate nel 2015 (PQ), con successivo Completamenti Atti nel 2017, e nel 2020 (PQ1), nonché nei Messaggi Municipali concernenti lo stesso PSE. In conclusione, quanto descritto non è assolutamente vincolante per il gruppo HRS, per il quale vale solo la propria volontà e i propri interessi.
Una “procedura di notifica” invece di una “domanda di costruzione”…
Vale la pena di sottolineare come questa nuova domanda di costruzione sia scandalosa anche dal punto di vista della procedura scelta, facendo trasparire il modo di operare arrogante del gruppo HRS, particolarmente evidente nella sua volontà di fornire la quantità minima d’informazioni e di agire il più possibile schivando lacci formali e giuridici. Per questa nuova variante, HRS ha fatto ricorso alla semplice “procedura di notifica” invece che a una “domanda di costruzione” (procedura ordinaria). Una scelta da contestare. Infatti, la Legge edilizia cantonale (LE) stabilisce che «la procedura della notifica è applicabile ai lavori di secondaria importanza, quali lavori di rinnovamento e di trasformazione senza modificazione della destinazione, del volume e dell’aspetto generale degli edifici ed impianti; quali rifacimento delle facciate, sostituzione dei tetti, costruzioni accessorie nelle zone edificabili, opere di cinta, sistemazioni di terreno, demolizione di fabbrica» (art. 11). Come abbiamo già ampiamente scritto, le facciate originarie dell’Arena sportiva (come d’altronde quelle del Palazzetto dello sport…) rappresentano un contenuto di elevato interesse pubblico, iscritte nel Piano di quartiere secondo il concetto architettonico e urbanistico della trasparenza e della leggerezza date dalle pareti in vetro. Il cambiamento di una superfice elevate delle facciate dell’Arena sportiva non può perciò essere considerata una variante secondaria, quindi a beneficio di una semplice “procedura di notifica”.
Un aggiramento della Legge edilizia cantonale per permettere a HRS di agire come vuole
L’intento di HRS d’imporre questa “via” è presto spiegato. Con la “procedura di notifica”, è solo il Municipio di Lugano che decide, l’incarto non va al Cantone e ai suoi uffici. Quindi si riducono le possibilità (teoriche, come abbiamo visto…) di un’opposizione formale e legale, cioè che la variante edilizia proposta possa essere bloccata o bocciata. Inoltre, così facendo si contraggono pure le possibilità d’intervenire istituzionalmente a livello cantonale, con delle interrogazioni che hanno, almeno, l’utilità di obbligare le autorità politiche a rispondere a delle domande in grado di far emergere le varie irregolarità e i giochi di potere in atto. Infine, con la “procedura di notifica” non si devono praticamente presentare motivazioni oggettive, la documentazione è ridotta all’osso, in alcuni casi basta presentare una planimetria e poche frasi di accompagnamento. È per questa ragione che il gruppo HRS ha scelto questa opzione. L’incarto depositato presso l’Ufficio della Divisione Edilizia Privata di Lugano è particolarmente scarno. E il problema centrale risiede nelle motivazioni che hanno spinto a modificare profondamente le facciate dell’Arena sportiva. In questo senso HRS scrive che «l’aggiornamento della faccia dell’Arena Sportiva nasce dalla necessità funzionale per la sicurezza su richiesta della Polizia cantonale di oscurare le zone di ingresso della tifoseria locale a nord e della tifoseria ospiti a sud. Viene dunque sostituita la parte inferiore della facciata vetrata con un tamponamento cieco sui lati nord e sud dell’Arena Sportiva, in corrispondenza con le zone di accesso alle rispettive tribune»[1]. Ancora una volta, alla base di profondi stravolgimenti dei contenuti sportivi del PSE ci sarebbero delle imposizioni da parte delle forze di polizia. Ovviamente, avendo scelto la via della “procedura di notifica”, HRS non ha allegato la “richiesta della Polizia cantonale”, quindi non si può sapere se questa esista veramente, dubbio più che lecito vista l’inesistenza delle “imposizioni di polizia” per le modifiche delle facciate del Palazzetto dello Sport. E qualora questa “richiesta” fosse reale, non è possibile verificare il suo tenore, le sue effettive motivazioni, la sua pertinenza oggettiva. Un modo di procedere per lo meno omertoso, sicuramente inaccettabile. E non è neppure possibile sapere con quali materiali sarà costituito il “tamponamento cieco” delle facciate, mancanza inaccettabile nel caso di una “domanda di costruzione”. E anche altre modifiche importanti non sono segnalate, come la chiusura parziale di 23 metri lineari della facciata ovest. Con questo modo di procedere HRS impedisce alla popolazione una valutazione coerente delle modifiche proposte dalla variante in esame con l’insieme unitario del PSE.
E il Municipio di Lugano continua ad alimentare la politica del silenzio, a favore degli interessi di HRS
Il Municipio si contraddistingue ancora una volta per il suo totale silenzio, per la sua ripugnanza esasperata, vara e propria idiosincrasia politica, nel rispettare il diritto della popolazione a essere informato sull’evoluzione del PSE. Nonostante quest’ultimo sia stato pesantemente bistrattato, che i vari regolamenti (Piano di quartiere) non siano stati rispettati, perciò ridotti a semplice supporto cartaceo, neppure a livello del consiglio comunale si registra una reazione all’altezza della gravità politica di quanto sta avvenendo al PSE. Appare perciò più che mai necessaria un’azione dal basso, esterna agli intrallazzi istituzionali, in grado di spingere affinché il velo, pardon la cappa, di omertà attorno a questo progetto possa assottigliarsi il più possibile, magari scomparire del tutto.