MPS
Il partenariato pubblico/privato ha fallito… E con esso il Municipio di Lugano
©Gabriele Putzu
©Gabriele Putzu
Redazione
12 ore fa
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nel 2026, di fare altrettanto per il palazzetto dello sport attraverso un prestito obbligazionario. Lo stesso esecutivo presenta la scelta come un fatto positivo, esempio di grande saggezza politica. Si tratta invece, a nostro parere, della palese dimostrazione dell’esatto contrario, cioè della dimostrazione oggettiva dell’inettitudine di questa compagine politica.

Oggi questa operazione viene giustificato con il fatto che la città risparmierà una trentina di milioni di franchi. Vero, anche se è necessario tornare sul dibattito e su quella che appare come una vera e propria cortina fumogena tesa a nascondere un vero e proprio fallimento politico, e non solo.

Tra le molte ragioni che avevano spinto l’MPS – nel 2021 – a lanciare il referendum sul progetto PSE, vi era proprio l’incomprensibile scelta della città (condivisa da tutti i partiti presenti in Consiglio Comunale con l’eccezione del Verdi) di ricorrere agli investitori privati, attraverso la soluzione del contratto di Partenariato Pubblico Privato (PPP).

Che quella operazione fosse finanziariamente assurda appariva evidente da un semplice sguardo alle cifre. Con l’accordo di PPP i cittadini e le cittadine di Lugano avrebbero pagato, per 27 anni al gruppo HRS e al Credito Svizzero (ora all’UBS), un tasso d’interesse del 3,08% per il Palazzetto dello sport e del 2,38% per l’Arena sportiva (stadio). Pochi mesi prima, giusto per avere un termine di paragone a dimostrazione della assurdità di quella decisione, la città aveva rinnovato – per il finanziamento delle proprie attività correnti - un prestito obbligazionario di 140 milioni per 50 anni a un tasso dello 0,165% ! (Ricordiamo che il tetto massimo per i due impianti sportivi era di 167 milioni di franchi). Dimostrazione matematica della scelta scellerata del Municipio di Lugano, con la benedizione – come detto – di quasi tutto il Consiglio comunale.

Che quella decisione fosse assurda hanno dovuto ammetterlo anche coloro che si erano schierati (seppur con qualche dissenso interno) a favore della operazione. Pensiamo, ad esempio, al PLR che, pochi mesi fa, proprio rendendosi conto di quanto stava succedendo, aveva depositato una mozione dal titolo emblematico: «Lugano diventi proprietaria delle proprie opere pubbliche! Riacquisto immediato delle infrastrutture sportive del PSE: Arena Sportiva e Palazzetto dello Sport!».

Ma a spingere il Municipio a questa scelta ha sicuramente contribuito la consapevolezza della problematicità (per non dire del fallimento) di aver affidato l’operazione PSE agli investitori privati.

Infatti, il riscatto deciso appare come la classica “pezza”, a questo punto giustificata, posta per coprire la scelta suicidaria dell’accordo di PPP proprio perché ci si è resi conto di come l’intera operazione stia assumendo costi insopportabili per le finanze della città.

È vero che grazie all’operazione di riscatto la città risparmierà, nell’arco dei prossimi decenni, una trentina di milioni, ma nella somma di riscatto sarà comunque compreso l’elevato margine di profitto che bisognerà riconoscere al gruppo HRS e a UBS che, evidentemente, non costruiranno le due strutture sportive “gratis et amore Dei”.

Tutto questo avrebbe potuto essere evitato, decidendo fin dall’inizio ad un investimento diretto della città nel progetto, ricorrendo al mercato obbligazionario, proprio come oggi ha deciso di fare il Municipio che però deve corrispondere gli interessi elevati imposti dagli investitori privati. A queste riflessioni di tipo finanziario si aggiungono naturalmente i vari “incidenti di percorso”, per usare un eufemismo, che stanno costellando la realizzazione dei due progetti: dalle modifiche fatte in barba alle disposizioni di legge al consistente aumento dei costi che hanno indotto alle modifiche del progetto. Tutti elementi che l’MPS ha sistematicamente denunciato e che hanno creato notevole imbarazzo al Municipio di Lugano.

Naturalmente non bisogna dimenticare che la costruzione delle due strutture sportive sono solo una parte del progetto PSE.

Infatti ai cittadini e alle cittadine di Lugano rimarrà sul groppone l’affitto per 25 anni della Torre Est e del Blocco Servizi previsti nelle fasi successive del PSE. Per questo contratto non esistono “vie di fuga”: la città dovrà pagare un affitto di 1 milione di franchi superiore a quanto paga oggi per gli uffici dei servizi comunali e della polizia comunale. Un vero “colpo di genio” per il quale UBS si leccherà i baffi molto a lungo…

La polemica nata attorno all’acquisto dei palazzi in Via Peri e all’offerta della Torre Est per collocare il comparto cantonale della Giustizia è fondamentalmente figlia delle scelte scriteriate legate al PSE. Per attirare gli investitori privati, il Municipio ha garantito all’allora Credito Svizzero l’affitto della Torre Est, naturalmente a un prezzo molto più elevato (il doppio) di quanto spende oggi. E adesso che le finanze piangono, si cerca di correre ai ripari con qualche cerotto.

Questa decisione di riscatto, lungi dal dimostrare la validità delle scelte attorno al PSE e tantomeno la saggezza o la lungimiranza dell’esecutivo luganese e dei suoi partiti; dimostra invece l’insostenibilità generale del progetto PSE, costruita sull’incompetenza delle autorità politiche luganesi. Un progetto che diventerà un problema importante per le finanze future della città di Lugano. Infatti, le conseguenze a medio termine di questa operazione – «progetto nato male che finirà peggio» come aveva affermato qualche anno fa il sindaco Foletti (salvo poi sostenerlo totalmente) - saranno pesanti, anche se oggi non appaiono ancora misurabili in tutta la loro gravità.

Tutta la vicenda conferma poi come la scelta degli accordi di PPP sono puro veleno per gli investimenti pubblici. È ora di prenderne politicamente atto, altrimenti avremo altri “casi PSE”. A Lugano si beatifica la soluzione del PPP, modello da usare per i prossimi investimenti faraonici, Polo congressuale e turistico in primis. Continuare in quest’ottica è autolesionismo puro e totale irresponsabilità poiché a pagarne il prezzo saranno le cittadine e cittadini, sottoforma di aumenti d’imposte per tappare gli effetti della speculazione immobiliare e sotto forma di tagli (di stagnazione) delle prestazioni e dei servizi pubblici.

Una vicenda, infine ,che conferma la necessità di un lavoro di opposizione politica nella città di Lugano; una strada sulla quale l’MPS intende continuare in modo determinato.

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