Recentemente su questo giornale è apparso un articolo dal titolo “Cure ambulatoriali, stangata da 80 milioni”. Ad esprimersi in questi termini è stato il Governo ticinese in vista della votazione federale prevista il 24 novembre. La campagna è appena partita e ritengo essenziale chiarire da subito perché sia necessario parlare del reale contenuto ed effetto del “finanziamento uniforme”. Finalmente abbiamo la possibilità di implementare una grande riforma del sistema sanitario – attesa da 15 anni – che gode del sostegno dei medici, degli ospedali e delle cliniche, dei fornitori di cure integrate, del settore delle cure (Spitex), dei farmacisti, dell’economia e delle associazioni dei pazienti; nonché della Conferenza dei Governi cantonali e quella dei direttori cantonali della sanità.
Dopo oltre un decennio di approfondimenti parlamentari e compromessi politici, il referendum lanciato dalla sola VPOD ci porterà a votare la modifica della LAMal che mira a introdurre il finanziamento uniforme di tutte le prestazioni sanitarie. Si potrà mettere fine all’iniquo meccanismo odierno per il quale i Cantoni pagano attraverso il prelievo fiscale almeno il 55% dei trattamenti ospedalieri stazionari, mentre la parte rimanente (45%) è presa a carico dalle casse malati. Le cure ambulatoriali sono invece finanziate al 100% attraverso i premi di cassa malati. Per le prestazioni di cura, i pazienti e le casse malati pagano una quota fissa, il resto è a carico del Cantone. Un garbuglio che genera incentivi negativi, maggiori costi e fa aumentare in maniera irrazionale i premi quando correttamente si sceglie una cura ambulatoriale. Con il “finanziamento uniforme”, tutti i trattamenti saranno pagati con la stessa chiave di riparto a prescindere che siano dispensati in regime ambulatoriale, stazionario o nelle case di cura. Avremo meno degenze, maggiori collaborazioni e coordinamento che si stima porterebbero ad abbassare i costi di almeno 500 milioni di franchi all’anno.
Perché dunque opporsi a una riforma positiva per gli assicurati, che innescherà una dinamica virtuosa per tutto il sistema? Il maggior onere sul Cantone è di natura fiscale con un impatto favorevole sulle famiglie e le persone a basso reddito, nonché un potenziale per frenare la crescita dei sussidi di cassa malati. Il cittadino ticinese ne uscirà pertanto vincente. Rafforzando le cure integrate e aumentando la componente ambulatoriale si miglioreranno infine le condizioni lavorative per il personale sanitario e infermieristico (orari di lavoro più regolari, attrattività, focus sul paziente), e il progetto darà ai Cantoni diversi nuovi strumenti per controllare l'offerta e i costi nel settore ambulatoriale. Dopo anni con le mani in mano il 24 novembre prossimo abbiamo finalmente l’occasione di prendere una decisione centrale per i prossimi decenni, rafforzando le cure e riducendo i costi!
Alessandro Bressan (Membro di Comitato di H+) e Gianni R. Rossi (Vicepresidente H+)