In occasione della trasmissione “Detto Tra Noi” andata in onda mercoledì 6 novembre su TeleTicino, l’onorevole Gobbi, in relazione all’incidente che lo ha visto coinvolto, ha detto che i due agenti di polizia rinviati a giudizio sono da considerarsi “presunti innocenti” visto che il Procuratore generale non li ha condannati perché non è stato in grado di capire se avessero commesso o meno il reato di favoreggiamento. Tale affermazione è errata e forviante. Il Ministero pubblico promuove l’accusa dinanzi al giudice competente se, alla luce delle risultanze dell’istruzione, ritiene di disporre di sufficienti indizi di reato e non può emanare un decreto d’accusa (art. 324 del Codice di procedura penale). Stupisce che il capo del Dipartimento delle Istituzioni, in carica da 13 anni, confonda l’atto d’accusa con il decreto di abbandono, che corrisponde ad una sentenza di assoluzione. Nonostante nei confronti dei poliziotti non sia ancora stata emanata una sentenza cresciuta in giudicato e vale dunque il principio della presunzione d’innocenza, la vicenda che ha li ha visto coinvolti unitamente all’onorevole Gobbi è tutt’altro che una “cazzata”, come da lui stesso definita. Gli indizi del reato di favoreggiamento sono stati eccome riscontrati dal Procuratore generale, tanto da convincerlo ad emanare un atto d’accusa, altro che presunti innocenti. Banalizzare il menzionato episodio è grave, e ancora più grave è rilasciare dichiarazioni inveritiere.
Il presente contributo è l’opinione personale di chi lo ha redatto e non impegna la linea editoriale di Ticinonews.ch. I contributi vengono pubblicati in ordine di ricezione. La redazione si riserva la facoltà di non pubblicare un contenuto o di rimuoverlo in un secondo tempo. In particolare, non verranno pubblicati testi anonimi, incomprensibili o giudicati lesivi. I contributi sono da inviare a [email protected] con tutti i dati che permettano anche l’eventuale verifica dell’attendibilità.