
La Gioventù Socialista (ancora loro!) torna alla carica con l'ennesima iniziativa estrema, populista e dannosa: una tassa di successione del 50% sulle eredità che superano i 50 milioni di franchi. Un attacco frontale alla proprietà privata, alla libertà economica e alla stabilità del nostro Paese.
Presentata come una misura di giustizia climatica sociale, questa proposta si rivela in realtà iniqua e autolesionista. Iniqua, perché penalizza chi ha fondato aziende, creato posti di lavoro e contribuito alla prosperità della Svizzera. Autolesionista, perché spingerà molti grandi patrimoni a lasciare il nostro Paese, con conseguenze devastanti per l'economia e il gettito fiscale.
I promotori sembrano dimenticare che il capitale non è statico, ma si sposta là dove viene trattato con rispetto. Imporre un'imposta del 50% significa costringere imprenditori e investitori a cercare altrove condizioni più favorevoli. Il risultato? Meno investimenti, meno innovazione, meno occupazione. Inoltre, scoraggerà benestanti stranieri dal trasferirsi in Svizzera, per timore di questa imposizione punitiva, privando il Paese di risorse fiscali, competenze e nuove opportunità economiche.
Non si tratta solo di difendere i "super-ricchi". Questa imposta colpirebbe in particolare le imprese familiari, costringendo gli eredi a vendere attività costruite con decenni di sacrifici solo per pagare le tasse. Con quali conseguenze per i lavoratori e per il tessuto economico del nostro Paese?
Invece di proporre misure punitive e ideologiche, dovremmo incentivare la creazione di ricchezza e opportunità per tutti. La Svizzera è prospera perché ha sempre premiato il merito e la capacità imprenditoriale, non per aver assecondato invidie e illusioni redistributive.
Diciamo no a questa follia fiscale. Diciamo sì a un Paese che valorizza il successo, premia l'impegno e garantisce un futuro di crescita e stabilità per tutti.