In questa campagna sul San Gottardo, da parte dello schieramento contrario se ne sentono di tutti i colori. Da qui l’idea di proporre la chiusura definitiva dell’attuale traforo quando andrà a pezzi attorno al 2035. Così eliminiamo i costi, facendo ancor meglio degli Austriaci. Dato che secondo qualcuno, per il Ticino una chiusura di tre anni non costituisce un problema, allora si può fare a meno del collegamento forse. Poi ci sarà Alprtansit sulla quale caricare e scaricare gli autocarri, possibilmente alla stazione di Biasca dove c’è già una rampa (come suggeriva qualcuno).
Senza sminuire il valore di Alptransit, non penso che quest’opera sia in grado di ingoiare tutte le merci che devono transitare per le Alpi. Spero che questa importante struttura venga sfruttata appieno per trasporti ecologici che, quanto meno, transitino da confine a confine. Trasportare camion sotto al massiccio del Gottardo rallenta l’esercizio delle FFS e ci lascia le strade intasate di autocarri fino alle stazioni di carico (che per qualcuno dovrebbero essere mantenute per sempre … boh!).
C’è chi sostiene che anche l’USTRA dice che non serve un grosso intervento di risanamento fino al 2035. Bene! il tunnel sostitutivo non sarebbe comunque pronto prima di allora, quando però sarà meglio che ci sia.
Mi ero scordato dei costi. In questi giorni ho sentito che per risanare due tunnel in Svizzera interna ne hanno fatto un terzo. Ma allora che cos’ha di così diverso dalle altre strade della Confederazione sto benedetto San Gottardo per non meritare di essere completato?
Per tornare seri, qualcuno ha anche sminuito il problema della sicurezza, indicando che in fondo statisticamente morti e feriti degli ultimi anni sono pochi. A questa voce le statistiche riportano sempre e soltanto valori troppo alti, quindi, fosse solo per quello, il raddoppio della Galleria del San Gottardo merita un chiaro SI!
Ivan Cimbri, Bellinzona
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