Giovanni Albertini
La fatica di vivere dignitosamente in Ticino: la voce di chi cerca lavoro e non trova ascolto
Redazione
19 ore fa
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Ogni giorno ricevo decine di richieste di aiuto. Messaggi da parte di persone che hanno perso il lavoro, che non riescono a rientrare nel mercato, che sentono di non avere più prospettive. Persone con anni di esperienza, competenze solide, ma che vengono sistematicamente scartate. E spesso per un solo motivo: l’età.

Vorrei poter rispondere a ciascuno. Offrire una soluzione concreta, aprire una porta, garantire un futuro. Ma troppo spesso devo ammettere che non ho risposte. E questo fa male. Perché dietro ogni richiesta c’è una storia, una famiglia, una dignità che chiede solo di essere riconosciuta.

Inizio a realizzare – sempre di più – quanto sia diventato difficile vivere dignitosamente in questo Cantone. Stipendi insufficienti, condizioni di lavoro precarie, prospettive che si assottigliano, soprattutto per chi ha superato i 50 anni o per chi rientra da una maternità, una malattia, una crisi familiare.

E ciò che più sconvolge è il silenzio. Quanti politici si indignano per queste situazioni? Quanti partiti hanno il coraggio di affrontare davvero questi temi, senza limitarsi a slogan da campagna elettorale?

Io non mollo. Continuerò a impegnarmi con Ticino&Lavoro, il nostro gruppo nato dal basso, fatto di volontariato puro, per segnalare posti di lavoro, sostenere chi cerca, denunciare ciò che non va. Ma serve di più.

Serve una politica che ascolta. Che agisce. Che mette al centro le persone e non le convenienze. Serve una visione per il futuro del nostro Cantone. Serve coraggio.

E il Governo? Purtroppo sembra navigare a vista. Non sa cosa fare, non è in grado di riconoscere le reali esigenze dei cittadini, né di farsene carico. Di fronte a problemi concreti e urgenti, regna l’immobilismo.

Perché un Paese che non si prende cura di chi ha perso il lavoro è un Paese che ha perso sé stesso.

Con il movimento Avanti con Ticino&Lavoro ci proviamo, portando in Parlamento proposte concrete – una decina sono ancora pendenti – che troppo spesso non vengono nemmeno analizzate, ignorate da chi dovrebbe invece ascoltare.

Giovanni Albertini, Gran Consigliere e fondatore di Ticino&Lavoro

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