Raoul Ghisletta
Lugano deve restare una città per tutti
Redazione
un mese fa
Il presente contributo è l’opinione personale di chi lo ha redatto e non impegna la linea editoriale di Ticinonews.ch. I contributi vengono pubblicati in ordine di ricezione. La redazione si riserva la facoltà di non pubblicare un contenuto o di rimuoverlo in un secondo tempo. In particolare, non verranno pubblicati testi anonimi, incomprensibili o giudicati lesivi. I contributi sono da inviare a [email protected] con tutti i dati che permettano anche l’eventuale verifica dell’attendibilità.

La trasformazione in profondità della Città avviene su impulso dell’economia di mercato, dell’evoluzione demografica, dei cambiamenti climatici e della cultura in senso lato. La democrazia e le istituzioni politiche possono pure influire su questa trasformazione, ma non è sempre così facile mettere d’accordo destra, centro e sinistra. Cose che appaiono ovvie al sottoscritto non lo sono per rappresentanti di altre forze politiche ed il dissenso può manifestarsi anche con il ricorso alle urne.

È il caso dell’estensione delle zone 30 in alcuni quartieri. Nella scorsa legislatura tutti in Consiglio comunale erano d’accordo sulla proposta municipale del 6 luglio 2023. A poco meno di un anno delle elezioni è emersa una spaccatura profonda sulla proposta municipale, rimbalzata dal vecchio al nuovo Consiglio comunale. La proposta municipale è sempre la stessa: si è solamente abbassato lievemente il finanziamento, rinunciando all’estetica dei cartelli. Si termina un lavoro già iniziato: le zone 30 esistono in 33 comparti della Città. Con una spesa di 1,4 milioni fr le zone 30 passeranno dal 36% al 55% delle strade comunali, ossia da 71 km a 109 km, per un aumento di 38 km (sono quindi escluse le strade cantonali e federali esistenti a Lugano). Le nuove zone 30 verranno completate, come sempre, dove si dorme, si va a scuola, si va a passeggio e con lo scopo di tutelare i più deboli: pedoni anziani, genitori con bambini, ragazzi che vanno a scuola o a giocare con gli amici. I maggiori interventi si faranno in sei quartieri, ovvero a Breganzona, Barbengo, Pregassona, Carona, Davesco e Cassarate. Interventi limitati ci saranno in altri sette quartieri, ovvero Centro, Loreto, Carabbia, Pazzallo, Castagnola, Molino Nuovo e Cureggia. Le zone 30 non riguardano le strade di scorrimento del traffico ed i bus non vengono ostacolati. L’obiettivo non è di far cassetta e tartassare gli automobilisti, ma è di far convivere tutti gli utenti della strada anche in questi comparti mancanti.

Questa filosofia di inclusione della città deve applicarsi a mio parere anche in altri ambiti, alcuni dei quali piuttosto negletti. Innanzi tutto vi è la politica dell’alloggio: non possiamo rimanere passivi davanti alle speculazioni immobiliari in atto a Lugano, che portano ad espellere inquilini per creare airbnb industriali ed appartamenti di vacanza per stranieri trasformati in airbnb, come evidenziato dal recente servizio di Patti chiari. Non possiamo rifiutare per principio ogni intervento finanziario per promuovere cooperative dell’alloggio di fronte ad operazioni di vendita che concernono oltre cento inquilini in Via Vergiò. Ricordo che esiste nel Regolamento della Città un articolo che impegna il Comune su questo fronte e che in dieci anni la Città ha speso solamente un milione di fr sui dieci decisi dal Consiglio comunale.

Alla stessa stregua ritengo che una città per tutti non possa bloccare gli investimenti necessari per le strutture sociali e formative, per gli spazi culturali indipendenti, per aree verdi e alberature contro il riscaldamento climatico, per maggiori piste ciclabili e corsie dedicate ai bus, per l’ampliamento del lido con il percorso pedonale Foce-Lanchetta e per il risanamento energetico degli edifici.

Parliamoci chiaro. La Città si è svenata investendo quasi 250 milioni di franchi per Arena Sportiva, Palazzetto dello Sport, Maglio e Cornaredo Sud. Il Municipio della scorsa legislatura avrebbe dovuto spalmare maggiormente nel tempo questi investimenti sportivi e coinvolgere da subito i privati e i Comuni luganesi in un partenariato che alleggerisse il peso sulle spalle del Comune. Inoltre il Municipio precedente nell’operazione Polo sportivo non ha mai spiegato l’impasse finanziaria che sarebbe sorta in questa legislatura, giocando sull’ambiguità delle forma di finanziamento in leasing/affitto ed omettendo di dire che leasing/affitto o prestito sono in tutti i casi calcolati come debito nel rating allestito da Moody’s.

Cosa fatta capo ha, ormai: ma che non si venga ora a bloccare le altre iniziative necessarie per otto anni, spargendo il terrore dell’indebitamento. Lugano deve continuare ad investire per restare una città per tutti.

Raoul Ghisletta, municipale La Sinistra Lugano

I tag di questo articolo