La Svizzera è un esempio di gestione responsabile delle risorse naturali, con politiche ambientali che hanno già portato a notevoli progressi. Ma questo non basta alla sinistra ecologista, che vuole imporci l’ennesima misura estrema con l’«Iniziativa per la responsabilità ambientale». Un’iniziativa che, dietro un nome rassicurante, nasconde in realtà una minaccia diretta alla nostra economia, alla nostra libertà e al nostro benessere.
Vogliono davvero farci credere che distruggere posti di lavoro e paralizzare interi settori produttivi sia la soluzione per l’ambiente? Pensano davvero che vietare il traffico privato, aumentare il costo dell’energia e rendere il riscaldamento un lusso sia la via giusta? E soprattutto, come pensano di applicare queste misure senza far precipitare la Svizzera in una crisi senza precedenti?
Il vero obiettivo di questa iniziativa non è la protezione ambientale, ma l’imposizione di una dottrina ideologica che punisce chi lavora, chi innova, chi produce ricchezza. Le conseguenze sarebbero devastanti: costi insostenibili per le famiglie, restrizioni sulla mobilità, divieti su interi settori economici. È questo il futuro che i Verdi vogliono per la Svizzera? Un Paese in cui il benessere viene sacrificato in nome di un’utopia ambientalista irrealizzabile?
E non è un’esagerazione: basta guardare la Germania, dove le follie verdi hanno già messo in ginocchio l’industria automobilistica e spinto il Paese verso la recessione. Basta vedere cosa sta accadendo in Europa, dove il costo dell’energia è esploso e la popolazione è sempre più vessata da tasse e divieti. Perché dovremmo commettere gli stessi errori? Dobbiamo davvero ridurre la Svizzera ai livelli di Haiti o dell’Afghanistan per soddisfare le ossessioni ideologiche della sinistra ecologista?
Per fortuna, la Svizzera ha ancora un’arma potente: la democrazia diretta. E questa volta possiamo usarla per fermare questa deriva prima che sia troppo tardi. Il 9 febbraio diciamo un chiaro e forte NO a questa iniziativa folle. Difendiamo il nostro diritto a vivere in un Paese prospero, libero e competitivo. Non lasciamo che un manipolo di ideologi radicali decida per tutti noi.
Piero Marchesi, Consigliere nazionale UDC