Evaristo Roncelli
Nomine pubbliche: quando la legge diventa una farsa
Redazione
2 giorni fa
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Immaginate di essere in gara per un posto di lavoro pubblico. Vi preparate, sudate sui libri, aggiornate il curriculum e vi presentate al colloquio con la tensione di un concorrente di “Chi vuol essere milionario?”. Alla fine, vi scartano. Peccato, ma almeno siete certi che abbiano scelto il candidato migliore… giusto?

Ora immaginate che, per qualche oscuro motivo, il candidato selezionato non abbia tutti i requisiti obbligatori richiesti dal concorso. Forse è stato scelto perché cugino della direttrice, o forse perché porta delle ottime brioches ogni mattina. La legge, oggi, permette su ricorso al Tribunale cantonale amministrativo (TRAM) di intervenire, verificare e – se trova qualcosa di marcio – annullare la nomina. Insomma, un sistema che, se non perfetto, almeno cerca di evitare che l’amministrazione pubblica diventi una sorta di club privato.

Ma ecco il colpo di scena: il Consiglio di Stato propone nella prossima seduta di Gran Consiglio di cambiare le regole del gioco. Niente più annullamenti, solo una pacata constatazione dell’irregolarità. In pratica, il TRAM potrà solo fare spallucce e dire: "Signori, questa nomina è una porcheria, ma tant’è, così è la legge!". E il fortunato candidato resterà al suo posto, anche se la sua unica qualifica fosse saper fare il caffè alla direttrice.

Capite la genialità? È come se, durante una partita di calcio, l’arbitro fischiasse un fallo di mano in area, ma invece di dare il rigore si limitasse a dire: "Attenzione, ragazzi, non si fa! Ora però continuate pure a giocare".

Per chi crede ancora in concorsi pubblici trasparenti, questa proposta sa di beffa. Avanti con Ticino&Lavoro sosterrà il rapporto della minoranza della commissione giustizia che chiede di impedire questo cambiamento assurdo. Perché se passa l’idea che una nomina ingiusta resti comunque valida, il messaggio è chiaro: non importa quanto tu sia bravo, non importa quanto tu abbia studiato e sia preparato, l’unica cosa che importa è chi conosci. E, a quel punto, perché studiare e prepararsi? Meglio iniziare a portare brioches.

Evaristo Roncelli, deputato al Gran Consiglio per Avanti con Ticino&Lavoro

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