Per una quindicina di anni, fino al 2001, ho lavorato per l’Associazione Svizzera Inquilini ed ho avuto l’occasione, e il privilegio, di incontrare e cercare di aiutare migliaia di persone facendo ricorso alle poche disposizioni che la legge prevede in difesa degli inquilini. Una legge che dagli anni ’70 non è sostanzialmente cambiata, a parte un restyling nel 1990.
Tra le molte cause che ho avviato per gli inquilini non poche hanno riguardato la disdetta del contratto, non di rado di contratti ormai in essere da molti anni, e il doloroso percorso per i locatari di cercare un nuovo alloggio a prezzi accettabili. In parte di queste procedure il proprietario, per evitare le proroghe dei termini di disdetta, non ha esitato a invocare l’uso proprio urgente, suo o di un suo parente, che la legge menziona come ostacolo potenziale alla proroga. E benché dovesse dimostrare l’urgenza di questo uso personale, i casi in cui tale urgenza è stata riconosciuta a torto non sono stati pochi. Potete immaginare cosa voglia dire per un inquilino che ha regolarmente pagato la pigione dover far fagotto in fretta e furia e poi scoprire che davanti al giudice lo si è preso in giro, perché nessun proprietario o parente del proprietario ha davvero rioccupato la sua vecchia casa, ma essa è stata semplicemente locata nuovamente ad un prezzo più alto.
Questo accadeva allora e accade in parte anche adesso, con la legge attuale.
Se però il 24 novembre la legge dovesse cambiare, le cose peggioreranno. Il proprietario che ha davvero la necessità di rientrare in possesso dell’alloggio locato per uso proprio urgente ha oggi tutti i mezzi e tutta la benevolenza dei tribunali per far valere il suo diritto, senza la necessità di annacquare una legge già minimale.
La modifica di legge alla quale dire NO è però pericolosa, perché consente di aumentare più rapidamente le pigioni al cambio di inquilino, relativizzando uno dei fattori che frena questo fenomeno. Le pretese di redditività del settore immobiliare sono oggi eccessive, più alte di quanto non lo fossero anni or sono (quando lavoravo io per l’Associazione Svizzera Inquilini si veniva da un periodo lungo di tassi medi al 4-4.5% e il costo dell’alloggio incideva proporzionalmente meno sui redditi disponibili di oggi, benché oggi i tassi siano tra l’1% e il 2%), per cui non mi stupirei di assistere ad un aumento significativo dei presunti usi personali in caso di sì alle urne.
La legislazione sulla protezione degli inquilini dagli abusi è tutt’altro che eccessiva, non peggioriamola inutilmente.
Manuele Bertoli