Maria Pia Ambrosetti
Pace e neutralità: la nostra risposta alla propaganda bellicista
Redazione
19 giorni fa
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Stiamo vivendo giorni inquietanti. Giorno dopo giorno assistiamo a una narrazione martellante che dipinge la Federazione russa come una minaccia imminente per l'Europa e la Svizzera. Il recente annuncio della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen relativo agli 800 miliardi di euro destinati al riarmo ne è un esempio lampante. Anche i 530 milioni di franchi aggiuntivi che il Nazionale ha stanziato lo scorso dicembre per le spese militari come si giustifica? Tali fondi arricchiranno sicuramente il complesso militare-industriale, ma al tempo stesso sottraggono risorse fondamentali alla sanità, all'istruzione e al welfare, accentuando la crisi economica e sociale che già colpisce duramente milioni di cittadini in Svizzera e nell’UE.

Tradizionalmente neutrale e mediatrice nei conflitti internazionali, la Svizzera sembra voler mettere in discussione il suo storico ruolo di garante della pace. L'esternazione dell’(ex) capo dell'esercito svizzero Thomas Süssli sulla possibilità di inviare 200 soldati svizzeri in Ucraina è un segnale inquietante di questa pericolosa deriva. Già nel rapporto sulla politica di sicurezza pubblicato lo scorso agosto, la Confederazione aveva indicato la Russia come una minaccia diretta, abbandonando implicitamente la sua storica neutralità.

Ma perché mai la Russia dovrebbe voler invadere l'Europa, con tutto ciò che già possiede? Il suo territorio immenso, ricchissimo di risorse naturali e quattro volte più esteso dell'intera Europa, rende tale scenario assurdo e privo di fondamento.

Se una guerra non è nell'interesse dei popoli, di chi è interesse allora? Certamente di coloro che ne traggono benefici economici diretti, ovvero il complesso militare-industriale, che prospera proprio grazie alla paura e alla tensione perpetua, nonché i grandi fondi finanziari pronti a “saltare” sulla ricostruzione di un Paese ridotto in macerie. Le perdite umane? Effetti collaterali…

La storia recente insegna che spesso dietro le guerre ci sono stati episodi ambigui o provocazioni deliberate (false flag), utilizzati come pretesto per giustificare interventi militari. La popolazione, purtroppo, non dispone di mezzi immediati per distinguere la verità dalla menzogna e finisce per accettare passivamente decisioni gravissime.

"Una menzogna ripetuta all'infinito diventa verità", sentenziava Goebbels. Non permettiamo che la Storia si ripeta. Oggi più che mai è necessario risvegliarsi dalla propaganda della paura, iniziare a pensare autonomamente e opporsi a qualunque deriva bellicista.

La pace non può mai essere garantita da nuove armi, da nuovi conflitti, da divisioni e propaganda: la pace si costruisce con il dialogo, il rispetto reciproco e la cooperazione tra popoli.

Invitiamo quindi ciascuno ad aderire all’appello del PC Ticino partecipando alla manifestazione di sabato 15 marzo alle ore 14.30 a Bellinzona (appuntamento in Corso Elvezia) insieme a varie associazioni e gruppi politici che si battono per la pace, la neutralità della Svizzera e contro la NATO. Ogni voce conta, ogni presenza rafforza la pace e ogni consapevolezza rappresenta un passo verso una società realmente democratica, critica e libera da manipolazioni. Uniamoci per difendere insieme ciò che ci appartiene: il diritto alla Pace, alla Neutralità e alla Democrazia.

Maria Pia Ambrosetti, granconsigliera per HelvEthica Ticino

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