
Ho letto che il partito comunista ticinese ha indetto per il 15 marzo prossimo una manifestazione a Bellinzona “No alla NATO, sì alla PACE”. D’accordo di dire sì alla Pace, ma a quali condizioni? Quelle volute e decise dal dittatore “comunista” Putin con l’interessato sostegno dell’amico americano Donald ? Diciamo no alla Nato, ma sì all’invasione russa dell’Ucraina e all’ammissione dei territori conquistati senza far valere le ragioni legittime di un popolo che si è difeso dall’attacco straniero? No alla Nato significa anche no all’Europa, che in questo conflitto ha cercato di sostenere al meglio l’Ucraina, che legittimamente ha il diritto di rivendicare la sua sovranità nazionale? No alla Nato significa non accettare il principio che il continente europeo si decida finalmente a promuovere una difesa comune staccandosi dall’ombrello protettivo dell’ex-alleato americano ? La Svizzera è uno stato europeo neutrale e indipendente, ma potrà continuare a mantenere questo suo statuto senza cercare le dovute alleanze con altri stati a noi vicini?
In Italia, Michele Serra, autorevole giornalista di La Repubblica, ha proposto una manifestazione apolitica e apartitica a sostegno dell’Europa, alla quale hanno aderito molti cittadini e organizzazioni; la stessa si terrà a Roma il 15 marzo prossimo. Una data che coincide con la proposta dei “compagni” ticinesi. E allora perché non indire, in alternativa o in collaborazione con gli organizzatori del partito comunista, un’azione di sostegno e di solidarietà all’Europa (non alla CEE) ? Un’azione che condivide l’obiettivo della pace, ma che si schiera anche a sostegno del continente nel quale viviamo.
Se il 15 marzo parteciperò alla manifestazione, sarò lieto di sventolare la bandiera europea.
È un invito che rivolgo ad altri cittadini orgogliosi di appartenere alla neutrale Svizzera, ma che non dimenticano i forti legami con il continente degli stati che ci stanno attorno.
Alberto Fornera, Losone