La famiglia è un elemento portante di qualsiasi paese e si basa, tra l’altro, su chiari fatti biologici. Infatti, solo le coppie eterosessuali hanno in natura la capacità di trasmettere la vita. Il Tribunale federale e il Consiglio federale hanno sempre interpretato il diritto al matrimonio come un’unione permanente tra un uomo e una donna, concetto riconosciuto anche nel Patto delle Nazioni Unite sui diritti civili e politici, che la Svizzera ha sottoscritto.
Il “matrimonio per tutti”, compresa la donazione di sperma per le coppie lesbiche, è una questione molto controversa. Sia dal punto di vista morale, ma anche e soprattutto da quello costituzionale, perché approvandolo si legittimerebbe l’assenza del padre, come invece previsto dalla legge. I promotori di questa iniziativa non si interrogano minimamente su cosa sia giusto per i figli, si limitano a voler soddisfare l’egoismo personale di chi in natura i figli non può averli. Non bisogna essere veggenti per capire che, qualora venisse accolta dal popolo il prossimo 26 settembre, questa sarà solo una prima di altre proposte già annunciate durante i dibattiti parlamentari dalla sinistra e dai rappresentanti delle comunità LGBT. Utero in affitto, maternità surrogata, abolizione dei termini “papà e mamma” in favore dei più politicamente corretti “genitore 1 e 2”.
Il matrimonio per tutti non è altro che l’espediente per aprire le porte alla medicina assistita in modo generalizzato. L’art. 119 cpv. C della Costituzione afferma che “le tecniche di procreazione assistita possono essere applicate solo quando non vi sono altri modi per curare l’infecondità o per ovviare al pericolo di trasmissione di malattie gravi ...”. È palese che la modifica proposta sia in completo contrasto con la Costituzione perché permetterebbe invece alle coppie lesbiche di utilizzare in modo automatico la procreazione assistita.
I promotori tacciano facilmente chi si oppone a questa proposta di essere omofobo e retrogrado. Per spazzare il campo dalle polemiche ribadisco la mia piena disponibilità nel concedere gli stessi diritti alle coppie omosessuali di quelle eterosessuali nell’ambito dell’unione domestica registrata - che necessita ovviamente di essere aggiornata per migliorare la convivenza tra persone dello stesso sesso (successione, AVS, ecc.) - ma contesto l’idea che lo strumento giusto per farlo sia il regime del matrimonio, soprattutto se esteso alla donazione di sperma come in questo caso.
Il matrimonio per tutti è una proposta della sinistra - che purtroppo in Parlamento ha ottenuto anche il sostegno dei partiti di centro – pienamente coerente con la sua visione di volere una società il più possibile fluida, senza valori e velatamente contro la famiglia tradizionale.
Il prossimo 26 settembre invito dunque a votare un chiaro No, non perché le coppie omosessuali non abbiano diritto a veder riconosciuto il loro amore anche dallo Stato, ma perché questa proposta non tutela i figli, è giuridicamente un pasticcio e perché si tratta ovviamente di una prima di tante proposte che porteranno allo smembramento della famiglia tradizionale, vero pilastro della nostra società da millenni.
Piero Marchesi, Consigliere nazionale UDC
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